Lidell lava più bianco (il soul)
Elettronica e funk da casa Warp per il compleanno di Xplosiva.
26 gennaio 2009 • 2 minuti di lettura
Hiroshima mon amour
Parafrasando una celebre canzone dell’idolo trash Weird Al Yankovic, sono due le parole che saltano alla mente per definire Jamie Lidell: “white and nerdy”. Eppure, questo occhialuto secchione “inglese” è riuscito nell’impresa di rifare il soul, di farlo suo sotto l’effetto “sbiancante” dell’elettronica made in Warp. La fiducia nei suoi mezzi non lo tradisce: si permette addirittura di uscire ed esibirsi - credibilmente - accompagnato in piano solo (da Phil Parnell, noto per le sue collaborazioni con la big band di Matthew Herbert), abbandonando la sua trincea di mixer e laptop. Il pubblico dell’Hiroshima, intervenuto per festeggiare il dodicesimo compleanno di Xplosiva (concluso poi con il set di Shackleton al Puddhu bar dei Murazzi) apprezza – in parte: c’è chi dice che Lidell “una volta era meglio”, che la “svolta soul”, decisamente poco Warp, convince meno, specie dal vivo. Critiche del genere sono da mettere in conto: forse la scena elettronica è più tradizionalista e conservatrice di quanto non ci si aspetterebbe… Comunque sia, se Lidell in versione soulman acustico è convincente, è irresistibile non appena si rintana dietro il laptop e comincia a costruire, strato su strato, i suoi beat “vocali”, in una specie di aggiornamento versione clubbin’ di una one-man-band. E quello che sul disco poteva apparire sovrapproduzione troppo “pensata”, dal vivo riguadagna una sua carica istintiva. “Cassa” dritta in stile house o sinuosità motown, la tensione cresce poco a poco. Purtroppo, il climax non si completa: le ripetute cadute del laptop – male assicurato su un supporto traballante – con conseguente riavvio del sistema frenano la verve di Lidell e strozzano l’entusiasmo del pubblico. Si finisce volendone ancora, ammirati sì ma non sazi.
Interpreti: Jamie Lidell: voce, campioni; Phil Parnell: pianoforte.