Le alchimie di Rava, Herbert e Guidi
Applausi al Festival Aperto di Reggio Emilia per un affresco sonoro di improvvisazione ed elettronica
Quello ascoltato l’altra sera a Reggio Emilia, al Teatro Ariosto in uno degli appuntamenti del Festival Aperto, è stato un concerto intenso e denso di suggestioni. I protagonisti erano il flicorno di Enrico Rava, il pianoforte di Giovanni Guidi e l’elettronica di Matthew Herbert. Un connubio di tecnica e sensibilità differenti capace di generare un panorama sonoro cangiante, scaturito da frammenti timbrici accennati dallo strumento di Rava, assorbiti dai microfoni per poi essere rielaborati dai software di Herbert che li ha restituiti, ora dilatati ora compressi, quale tela musicale su cui Guidi ricamava rapidi schizzi pianistici. Questo è stato l’avvio del discorso intessuto da questo trio, che univa la densità espressiva di un musicista come Rava, impegnato a centellinare note segnate da quel timbro così personale, il pianismo immediato, istintivo di Guidi, e la fantasiosa abilità di un alchimista dell’elettronica quale è Herbert, capace – come ha dimostrato lungo la sua carriera – di attraversare i generi musicali ricreandoli attraverso il suo personale virtuosismo di sintesi.
Un’alchimia che ha sviluppato un affresco sonoro dispiegato senza soluzione di continuità, ritagliando nel corso della performance spazi differenti, in una continua metamorfosi in cui i dialoghi tra flicorno e pianoforte attraversavano momenti di estemporaneità rumoristica così come brevi oasi di morbide atmosfere tonali, dove le armonie accordali del pianoforte restituivano rimandi che il flicorno impreziosiva con sapienti disegni melodici. Un fluire sonoro nel quale gli inserti di Herbert divenivano ora incalzanti pattern ritmici, ora dilaganti e affilati impasti sonori, resi con un’uniformità di carattere che è apparso come l’unico limite di questa performance. Alla fine tanti applausi e un bis.
Interpreti: Enrico Rava: tromba, Matthew Herbert: elettronica, Giovanni Guidi: pianoforte.
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