La sobria eleganza di David Linx

Un originale quartetto guidato dal cantante belga ha chiuso Cremona Jazz

Cremona Jazz - Faraò, Linx
Foto di Angelo Bardini
Recensione
jazz
Auditorium Arvedi, Cremona
Linx / Faraò / Baker / Eastwood
31 Maggio 2019

Protagonista dell’appuntamento finale della rassegna Cremona Jazz, la formazione strumentale formata da Antonio Faraò al pianoforte, Mike Baker alla batteria e Kyle Eastwood al contrabbasso ha offerto una serata di musica costruita attorno alla voce di David Linx. Dopo un primo brano strumentale, infatti, il repertorio proposto all’attento pubblico presente all’auditorium Arvedi ha tracciato un percorso di ascolto che miscelava brani standard di diversi autori tra cui Joni Mitchell, Freddy Hubbard, Ivan Lins e composizioni originali di Faraò e dello stesso Linx, offrendo alla voce del cantante belga un ideale confronto con diversi piani espressivi.

Già impegnato in diverse esperienze e collaborazioni che coinvolgono anche altri artisti del nostro paese – ricordiamo solo l’album di qualche anno fa The Whistleblowers realizzato dal trio Heartland formato da Linx (voce), Paolo Fresu (tromba) e Diederik Wissels (pianoforte) – il cantante, compositore e paroliere nato a Bruxelles ha dato prova in questa occasione di una vocalità elegante e suadente, amalgamata con mestiere con i dialoghi strumentali intessuti dagli altri compagni di viaggio.

Brano dopo brano il repertorio proposto ha spaziato fra diversi generi, passando da atmosfere più tipicamente jazz a profumi stilistici brasiliani, fino a sfiorare sapori pop. Un tracciato che ha lasciato spazio anche alle incursioni virtuosistiche del pianoforte di Faraò, a tutti gli effetti secondo solista del gruppo dopo la voce di Linx, mentre il contrabbasso di Eastwood e la batteria di Baker hanno sostenuto la tessitura espressiva con interventi dal misurato equilibrio, pur ritagliandosi alcuni momenti solistici.

Un concerto che, nel complesso, se ha proposto un’offerta musicale dal sapore, per così dire, “classico”, ha restituito un’impressione di omogeneità che ha segnato anche la cifra interpretativa dello stesso Linx, la cui duttilità tecnica è parsa un poco uniforme. Il pubblico presente ha comunque salutato con un bel successo la serata, richiamando più volte in palcoscenico gli artisti impegnati a suon di applausi.

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