La modernità di Maometto II

Roma: Roberto Abbado dirige l'opera di Rossini

Recensione
classica
Teatro dell'Opera di Roma Roma
Gioachino Rossini
28 Marzo 2014
Maometto II è uno dei vertici del Rossini "serio" e una delle sue partiture più aperte sul futuro, come sapeva per primo il compositore stesso, che lo scelse per farne la sua prima opera francese. La sua "modernità" è stata ora difesa da Roberto Abbado, che, più che le tipiche formule d'accompagnamento brillanti, ripetitive e simmetriche, che comunque ancora ci sono, ha evidenziato sia la potenza corrusca e la drammaticità monumentale della scrittura orchestrale, che fanno pensare a Cherubini e addirittura a Beethoven, sia la cantabilità ampia e distesa, che presagisce Bellini: sono momenti ancora episodici ma molto frequenti. Abbado ha individuato anche una tinta di fondo unitaria, che raramente si riscontra nelle altre opere di Rossini. Ma questa ricerca di omogeneità e anche la lentezza dei tempi e lo scarso "dialogo" con i cantanti contribuiscono alla lunga a una certa staticità, la cui responsabilità però ricade principalmente sull'allestimento di Pier Luigi Pizzi, che ha disegnato una scena unica, una città grigia e semidiroccata, che serve per Negroponte e per Corinto, per interni e per esterni. La grande assente è la recitazione. Pizzi, che aveva realizzato ben altro spettacolo per la prima ripresa moderna dell'opera a Pesaro, tenta di ripetere senza riuscirci il superbo effetto ottenuto allora con l'ingresso in scena di Maometto II, mentre nemmeno ci prova con la scena finale nella cripta e il suicidio di Anna. I cantanti hanno fatto tutti il loro dovere, in ruoli difficilissimi. Roberto Tagliavini, che non avrebbe dovuto cantare alla prima, è stato un'ottima sorpresa: gli manca appena un po' d'autorità in più per essere un Maometto II ideale, ma ha tutto il resto. Marina Rebeka nel ruolo bifronte di Anna tira fuori sia le agilità intricate del vecchio stile sia il vigore drammatico rivolto al futuro. Alisa Kolosova esce indenne da una delle più ostiche arie (probabilmente la più ostica) per contralto di Rossini, ma è un Calbo un po' pallido, come l'Erisso di Juan Francisco Gatell.

Note: Allestimento del Teatro la Fenice di Venezia

Interpreti: Anna: Marina Rebeka / Carmela Remigio; Calbo: Alisa Kolosova / Teresa Iervolino (Calbo); Paolo Erisso: Juan Francisco Gatell / Giulio Pelligra; Maometto II: Roberto Tagliavini / Mirco Palazzi; Condulmiero: Enrico Iviglia; Selimo: Giorgio Trucco

Regia: Pier Luigi Pizzi

Scene: Pier Luigi Pizzi

Costumi: Pier Luigi Pizzi

Coreografo: Roberto Pizzuto , movimenti mimici

Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma

Direttore: Roberto Abbado

Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma

Maestro Coro: Roberto Gabbiani

Luci: Vincenzo Raponi

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