Il mondo magico e fiabesco del "Flauto"

Un'ambientazione magica e fiabesca caratterizza il "Flauto" mozartiano del regista Achim Freyer. Le scene e i costumi mostrano una fantastica e stilizzata astrazione dei personaggi del Zauberflöte; la messa in scena traduce la psicologia delle figure in un linguaggio formale che trasmette una propria leggerezza e un sottile senso dell'umorismo.

Recensione
classica
Sächsische Staatsoper Dresda
Wolfgang Amadeus Mozart
03 Giugno 2006
"Il flauto magico", l'ultima opera completa di Mozart, è oggi forse quella di più successo. "La ricchezza di questo lavoro è così grande che la si può avvicinare da un punto di vista sempre diverso" afferma il regista Achim Freyer, che l'ha già messa in scena diverse volte, sempre in una chiave di lettura nuova. Sulla scena appaiono le tre porte dei templi della Saggezza, del Giudizio e della Natura; le prime sono molto piccole e si aprono solo a metà, mentre quella della Natura è una porta incredibilmente grande che nessuno può raggiungere. L'intera opera viene raccontata attraverso queste porte:ogni esibizione, ogni percorso si ricollega sempre a questo tema. Il Flauto è magico di per sé e il regista lo sottolinea optando per una caratterizzazione favolistica: sembra di essere nel mondo del Mago di Oz o nel Paese delle Meraviglie. Tre voci bianche, i folletti, aprono l'intera opera; il messaggero entra in scena su un elicottero di cui si ode anche il rumore; i costumi e le coreografie sembrano uscire da un cartone animato: si crea una suspense tale che il pubblico si chiede cosa mai potrà ancora accadere! Simbolica anche la scelta dei costumi.I numerosi bottoni delle tuniche dei preti rappresentano la loro castità; di contro da sotto ai pantaloni di Papageno vien fuori a volte un galletto, simbolo fallico,e contemporaneamente sul petto di Papagena appare un occhio. Degno di nota l'intero cast. Ottima l'interpretazione di Markus Marquardt, nel ruolo di Papageno, sia vocalmente che teatralmente: perché sia stato applaudito meno degli altri non ce lo spieghiamo.Tecnicamente molto precisa la Regina della Notte presentata da Agnete Munk Rasmussen. Ottima la scelta dei tempi di Weigle e l'interpretazione sensibile e sottile dell'Orchestra Sächsische Staatskapelle Dresden.

Interpreti: Sarastro : Georg Zeppenfeld; Tamino: Wookyung Kim; Pamina: Annette Dasch; Königin der Nacht: Agnete Rasmussen; Papageno: Markus Marquardt; Papagena: Mareke Freudenberg; Monostatos: Oliver Ringelhahn

Regia: Hans-Peter Kehr (Schwetzingen), Hans-Georg Wegner (Dresden)

Scene: Achim Freyer

Costumi: Achim Freyer

Orchestra: Sächsische Staatskapelle Dresden

Direttore: Sebastian Weigle

Coro: Coro dell'Opera di Dresda

Maestro Coro: Matthias Brauer

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