Il giudizio di Paride al debutto
La nuova opera di Paolo Marchettini al Pergolesi di Jesi
01 dicembre 2025 • 4 minuti di lettura
Teatro Pergolesi di Jesi
Il giudizio di Paride
29/11/2025 - 30/11/2025Che l’opera, il genere più longevo di tutta la storia musicale, sia ancora viva e vegeta lo dimostrano le molte nuove produzioni dei compositori del nostro tempo, in scena nei teatri di tutto il mondo. Jesi, sede di un teatro di tradizione, ha dato spesso negli ultimi anni sostegno ai compositori contemporanei, ospitando sul palcoscenico del Teatro Pergolesi opere nuove e nuovissime.
Nuovissima proprio come Il giudizio di Paride. Processo a un deicida, musica di Paolo Marchettini, italiano, docente presso la Manhattan School of Music di New York, su libretto di Fabio Ceresa, regista teatrale e librettista. L’opera, che ha avuto il suo debutto assoluto appunto a Jesi nell’ambito della 58esima stagione lirica, nasce da una commissione della Fondazione Pergolesi Spontini e si lega per taluni aspetti all’opera allestita nella settimana precedente, L’Olimpiade di Pergolesi: un unico impianto scenico e lo stesso team creativo, composto dallo stesso Ceresa alla regia, Bruno Antonetti alle scene e Giulia Negrin ai costumi, entrambi vincitori della V edizione del Concorso dedicato a Josef Svoboda “Progettazione di Allestimento scene e costumi di Teatro Musicale” riservato a iscritti al Biennio di Specializzazione in Scenografia delle Accademie di Belle Arti di Macerata, Bologna, Venezia, Carrara, Bari e Brera.
Ma non solo: se l’Olimpiade era ambientata in una ideale antica Grecia qui siamo invece in un ideale tribunale celeste dove l’imputato è Paride, accusato di deicidio per la morte del semidio Achille.
Sullo scranno del giudice siede Hera, Atena è il pubblico ministero e alla difesa c’è l’avvocatessa Afrodite; inoltre ci sono Artemide, perito balistico, che identifica l’arma del delitto appartenente a Paride; Apollo, testimone della difesa, che rivela di aver deviato la traiettoria della freccia mortale, sollevando in parte la responsabilità dell’imputato; Asclepio, medico legale e persino Zeus che rivela la verità sulla condizione umana, divisa tra ineluttabilità del destino e libero arbitrio dell’uomo, artefice della propria sorte.
L’opera quindi ha la fisionomia di un legal drama, in cui si avvicendano arringhe, perizie, testimoni, obiezioni, colpi di scena e in cui si alternano toni solenni, come all’inizio, dove Hera si insedia come giudice supremo garante della imparzialità della legge nel processo per un crimine ancora più nefando dell’assassinio, perché di deicidio si tratta. Ma i toni cambiano completamente quando entra la difesa, la svampita Afrodite callipigia, che significa “dalle belle natiche”, e infatti l’avvocatessa in minigonna si presenta proprio mostrandole al pubblico.
La musica sottolinea la caratterizzazione dei personaggi, tra lirismo e declamazione, frammentazione melodica e richiami a stilemi musicali dell’opera comica e del melodramma dell’800. La musica è quindi solenne e drammatica con Hera, brillante, leggera e a tratti fanciullesca con Afrodite, mentre Artemide ha ritmi salsa, funky e ragtime. La solennità dell’Olimpo è rappresentata dall’ intervallo di quinta giusta, la diapente degli antichi Greci che durante l’opera muta e si mescola con altro: proprio un accordo di quinte sovrapposte, in contrappunto con l’insistente martello del giudice, apre l’opera.
Il libretto, un atto unico in dieci quadri a tratti serioso e a tratti divertente, è molto ben scritto, ricorda quelli del Settecento per la cura della metrica e riserva un finale a sorpresa: durante un intermezzo sinfonico il pubblico è invitato a votare con il cellulare la colpevolezza o l’innocenza di Paride; il verdetto rimane comunque sospeso tra due verità opposte, la libertà dell’agire e la predeterminazione.
Lo spettacolo, piacevole e drammaturgicamente ben congegnato, dal ritmo teatrale agile e coinvolgente, è stato interpretato da artisti tutti molto bravi, alle prese con una partitura di non semplice esecuzione: Gianluca Martinenghi sul podio del Time Machine Ensemble e una giovane compagnia di canto composta da Laura Stella (Hera), Gaia Cardinale (Atena), Elena Antonini (Afrodite), Benedetta Mazzetto (Artemide/Apollo), Mattia Fiocco (Asclepio), Alessandro Abis (Zeus), inoltre Rachele Montis, Giulia Vacca, Claudia Floris, Samuel Moretti (danzatori).
Molti e calorosi gli applausi per gli interpreti e gli autori.