Il fascino nostalgico dell'opera 'di giro'

L'English Touring Opera propone con "Pia de' Tolomei" un'interessante rarità donizettiana

Recensione
classica
Cambridge Theatre
Gaetano Donizetti
26 Aprile 2016
La English Touring Opera è una compagnia londinese specializzatasi dal 1992 nella produzione di titoli operistici da portare in giro per la Gran Bretagna in città che altrimenti non potrebbero godere di questo genere di spettacolo: allestimenti semplici sul piano scenografico ma ben curati su quello musicale, che affrontano spesso titoli di rara esecuzione. Nella terna di questa Stagione di Primavera 2016, costituita da “Pia de’ Tolomei”, “Don Giovanni” e “Iphigénie en Tauride”, il titolo donizettiano spicca per rarità, inserendosi in una passione di lunga data tutta inglese per questo autore (la stessa compagnia aveva precedentemente prodotto “Il furioso all’Isola di San Domingo” e “L’assedio di Calais”). Abbiamo visto l’opera nella sua tappa a Cambridge (Arts Theatre). In un palcoscenico di pochi metri quadrati, le scene limitate ad asettici praticabili metallici demandano l’individuazione dei luoghi (ben 9 le mutazioni previste dal libretto) alle didascalie proiettate insieme alla traduzione del testo, mentre la regia si limita a sciorinare la più classica gestualità melodrammatica. È fatto dunque subito chiaro che tutta l’attenzione sarà riposta sulla musica: l’uso della recente edizione critica di Giorgio Pagannone, la scelta di recuperare il sempre negletto Finale I originale (versione Venezia 1837), ma con l’aggiunta preziosa del coro per la ripresa napoletana (1838), l’esecuzione integrale delle cabalette con tanto di varianti nel “da capo”: insomma, un atteggiamento di consapevolezza filologica spesso assente nei grandi teatri. L’orchestra è solida, e John Andrews dirige con amorevole passione una partitura che cresce progressivamente in qualità. Sul palcoscenico, protagonisti esperti e comprimari volonterosi. Luciano Botelho (tenore incline agli estremi acuti) ed Elena Xanthoudakis (soprano dalla forte tempra drammatica) si fanno apprezzare nel grande duetto del secondo atto, la pagina musicalmente migliore dell’opera. Catherine Carby è una interessante voce di contralto “en travesti”. Il baritono Grant Doyle è di certo il cantante e l’interprete migliore dell’intero cast: voce ben timbrata e bella presenza scenica. Nel complesso, dunque, uno spettacolo godibile, che ci fa rimpiangere come, dopo i mitici "Carri di Tespi", non vi siano più in Italia realtà produttive simili, ma solo istituzioni isolate che troppe volte fanno morire uno spettacolo interessante dopo soltanto un paio di recite.

Note: Cambridge Arts Theatre (produzione English Touring Opera)

Interpreti: Elena Xanthoudakis (Pia), Catherine Carby (Rodrigo), Luciano Botelho (Ghino), Grant Doyle (Nello), John-Colyn Gyeantey (Ubaldo), Susan Fairbaird (Bice), Craig Smith (Lamberto), Piotr Lempa (Piero).

Regia: James Conway

Scene: Loren Elstein

Costumi: Natasha Prynne

Orchestra: The English Touring Opera Orchestra

Direttore: John Andrews

Coro: The English Touring Opera Choir

Luci: Guy Hoare

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