Il cerchio infinito della Red Wine

Il consueto Bluegrass Party della Red Wine a Genova celebra il mezzo secolo di Will the Circle Be Unbroken

Red Wine
Foto Giovanna Cavallo
Recensione
pop
Genova, Teatro della Tosse
Red Wine – The XIV Bluegrass Party: Will The Circle Be Unbroken 50° Anniversary
11 Novembre 2022 - 12 Novembre 2022

La parola greca bios ha un duplice significato: significa sia “vita”, sia “arco”. Bella storia, perché ci insegna che ogni vita è anche un arco, cioè una porzione di circonferenza che ha bisogno di quella precedente e di quelle che verranno per costruite il cerchio intero dell'esistenza di Sapiens. Nel 1972 uscì un disco triplo che molto ha che fare con questa storia. Si intitolava, prendendo a prestito un famoso inno, Will the Circle Be Unbroken, dunque “che il cerchio non si interrompa mai”, il nome in copertina era quello della Nitty Gritty Dirt Band, un gruppo di ragazzi californiani coi capelli lunghi e le chitarre elettriche che s’erano innamorati delle radici “country” e “bluegrass”, un po’ com’era successo qualche anno prima ai Byrds.

Un bel giorno quei ragazzi se ne andarono a Nashville, la patria della country music anche nei suoi risvolti più tradizionalistici e grettamente conservatori e decisero di incidere assieme ai maestri di quei generi. Scelta coraggiosa, perché quei ragazzo dovettero sentirsi più o meno come i protagonisti di Easy Rider nel regno dei redneck armatissimi ed assai poco concilianti con i “diversi”.

Roy Acuff, country man dalla voce esile e dall'immensa sapienza musicale all'inizio provò solo disprezzo quel “branco di ragazzi capelloni”, poi piano piano si innamorò del progetto. Ne venne fuori un vero capo d’opera, con una parata impressionante di talenti che avevano radici nel trentennio precedente la Nitty Gritty Dirt Band. Seguì un Will the Circle Be Unbroken 2, nell’89, e un volume 3, vent’anni fa.

Quarantaquattro anni fa, sei dopo quel disco, in Italia si riunì per opera del banjoista Silvio Ferretti un gruppo di ragazzi talentuosi innamorati del velocissimo bluegrass, della country music, del miglior songwriting nordamericano. Ci sono ancora, sono la Red Wine, e ogni anno il loro Bluegrass Party convoglia a Genova nugoli di appasionati di tutte le età. Anche dalla Germania.

Quest'anno doppia data al Teatro della Tosse, e per festeggiare il mezzo secolo di Will the Circle Be Unbroken, e due seguiti, con tanti amici, molti sorrisi, e un senso di felicità collettiva difficile da rendere a parole se non si vive l’evento. Alcuni amici a rinforzo (Paolo Ercoli, lombardo specialista di pedal steel guitar, Matteo Minchillo alle tastiere, Davide “Zazza” Zalaffi alla batteria, e magnifici opiti nel corso delle serate. Partenza con "You Ain’t Going Nowhere", dal secondo Will the Circle, pregiata ditta Dylan, e già volavano le voci armonizzate (sono un piccolo miracolo di affiatamento, da sempre) di Martino Coppo, mandolinista virtuoso, anche al grande octave mandolin, Ferretti, Lucas Bellotti al basso, Marco Ferretti, figlio di Silvio alla chitarra flatpicking e d’accompagnamento.

Dal primo Cerchio, invece, una spumeggiante "My Walking Shoes" e "Flint Hill Special", banco di prova di velocità, destrezza e ironia di Earl Scruggs per ogni suonatore del genere. I picchi emotivi della serata? Quando è salito sul palco a sorpresa Aldo De Scalzi, per ricordare il fratello Vittorio, poche parole e molta musica, quando è apparso il grande Stefano Tavernese col suo fiddle per una travolgente "Bayou Jubilee", e l'altrettanto poderoso Paolo Bonfanti con la sua elettrica per "Jambalaya".

Dunque velocità da metronomo impazzito col sorriso sulle labbra, e un senso di divertimento che nulla mai ha che fare con le secche della tecnica, pur virtuosistica. Finale radioso con una "Mr Bojangles" che mette sempre i brividi, che la Nitty Gritty seppe rivestire di una dolcezza non smielata, per essere la storia di un ballerino nero da magone, e con una corale e inevitabile "Will the Circle Be Unbroken", tutti assieme sul palco nel suono e nei cori, assieme al pubblico.

I Cerchi continuano a girare, mezzo secolo dopo la ruota manda ancora scintille sulle strade della musica. Anche molto distante da Nashville.

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