I colori di Gergiev

Grandi applausi a Roma per il direttore e la London Symphony

Recensione
classica
Accademia Nazionale di Santa Cecilia
16 Dicembre 2009
Il suono, il suo calore, la sua densità, il suo colore: è questo a fare della London Symphony Orchestra quella grande formazione che tutto il mondo conosce e che il pubblico romano ieri sera ha potuto ascoltare al Parco della Musica, grazie al FAI (Fondo Ambiente Italiano), promotore di un concerto straordinario di raccolta fondi per la tutela e la valorizzazione dell'arte e della natura del nostro paese. Da grande protagonista, Valery Gergiev ha lasciato che l'orchestra si espandesse in tutta l'ampia sala Santa Cecilia, regalando un gioco di emozioni e di sensazioni di altissimo livello musicale. Il concerto si è aperto con l'intenso mondo tardo romantico di Cajkovsky, grazie all'Ouverture - Fantasia che si ispira alla vicenda di Romeo e Giulietta, i cui contrasti si sono rispecchiati nei gesti decisi di Gergiev. A seguire il Ravel composto ed espressivo della "Pavane pur une enfante défunte", e poi l'asciutta sovrapposizione timbrica che Debussy ha utilizzato in "Jeux", dove l'orchestra ha potuto sfoggiare un'estrema versatilità nel seguire i caledoscopici giochi del compositore francese. Nella seconda parte, alle geometrie irregolari di Debussy si sono sostituite quelle regolarissime e speculari dell'altro balletto, "Jeux de cartes" di Stravinsky, interpretato dal direttore russo con estremo rigore, offrendo una lettura solare ed espressiva. Conclusione d'effetto col "Bolero" di Ravel, nel cui ritmo ossessivo l'orchestra si è trasformata in una vera forza della natura: encomiabile l'energia e la vitalità di questi musicisti non sempre giovanissimi, sempre pronti a mettere a disposizione la propria esperienza. Gergiev ha raccolto un meritatissimo successo da parte del pubblico, regalando anche un bis d'effetto, nel nome del connazionale Prokofiev.

Orchestra: London Symphony Orchestra

Direttore: Valery Gergiev

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