Folgorazioni etiopiche

Al Teatro Manzoni di Milano la Either/Orchestra con Astatke e Mahmoud Ahmed

La Either/Orchestra
La Either/Orchestra
Recensione
world
Aperitivo in Concerto Milano
24 Gennaio 2010
Complice la popolarità assicuratagli dalla colonna sonora di "Broken Flowers" di Jarmush e dalla sua collaborazione col gruppo Heliocentrics, l’attesa era tutta per Mulatu Astatke, l’inventore dell’ethio-jazz. Ma, assai meno noto al grosso pubblico, l’altro veterano della scena di Addis Abeba ospite della Either/Orchestra, il cantante Mahmoud Ahmed, ha finito per rubargli in gran parte la scena. Russ Gershon, leader della Either e sax tenore e soprano, è uno dei tanti nel mondo che nella seconda metà degli Ottanta furono folgorati dal primo album di musica etiopica moderna entrato in circolazione a livello internazionale, un lp proprio di Mahmoud Ahmed, "Ere Mela Mela": ben prima che la moda della musica etiopica montasse, Gershon adottò nel repertorio della sua compagine jazzistica anche arrangiamenti di brani etiopici. Appropriazione devota anche se forse con una punta di troppo di perbenismo, come mostrava l’Ethiopian Suite proposta in apertura dalla sola Either, un po’ troppo purgata di quel che di torbido c’è nella musica etiopica moderna, un po’ troppo priva di abbandono. L’entrata in scena di Astatke al vibrafono e ai timbales e la suggestione dei brani riuniti in una Broken Flowers Suite hanno subito reso più fascinosa l’atmosfera. Ma la stessa Either ha subito guadagnato di solennità e persino di coesione con l’ingresso di Mahmoud Ahmed, raccogliendosi intorno al suo carisma vocale, mentre Astatke, sportivamente, è tornato sul palco mettendosi, al vibrafono e alle conghe, al servizio di Mahmoud: che con "Ere Mela Mela" ha dato un saggio di intensità interpretativa, e con un brano incalzante, sfoggiando la sua indomita verve anche scenica, ha definitivamente conquistato il pubblico e mandato in sollucchero gli etiopi e gli eritrei presenti in sala.

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