Elisir candido e irreale

Roma:il pubblico applaude felice l'opera donizettiana

Recensione
classica
Teatro dell'Opera di Roma Roma
Gaetano Donizetti
04 Febbraio 2011
Dopo una breve protesta di un gruppo di precari dello spettacolo, accolti con simpatia dal pubblico, Bruno Campanella attacca il preludio dell'Elisir d'amore con eleganza, misura e attenzione alla delicata scrittura donizettiana e le manterrà sino alla fine. È leggermente distaccato ma irreprensibile, un po' come Saimir Pirgu, che ha lo stile e il controllo del tenore leggero e in più ha voce ricca e timbrata, con belle risonanze piene e vellutate, ma è giovane e ancora non si è accorto che Nemorino non è solo una voce ma un personaggio dai molti risvolti e che non è uno sciocchino insipido ma cresce nel corso dell'opera. Adriana Kucerovà, figurina deliziosa, ha voce frizzante e lucente ma piccolina: più una soubrette che il lirico-leggero che ci vorrebbe per una donnina come Adina. Insuperabili le due voci gravi. Fabio Maria Capitanucci è un Belcore tronfio ma in fondo bonario, cantato con rigore mozartiano. Alex Esposito, esplosivo ma misurato, diverte senza nessuna delle piccole e gradi cialtronerie che sembrano inevitabili in Dulcamara. Bene anche Erika Pagan (Giannetta) e l'orchestra, stranamente opaco il coro, che però migliora strada facendo. Ruggero Cappuccio fin dal preludio riempie il palcoscenico di giocolieri, acrobati e clown: non è un circo sbracato ma un mondo leggero, giocoso e un po' irreale. Ed è anche luminoso, senza ombre e senza malinconie: una luce bianca e zenitale illumina - tranne che nella Furtiva lacrima, in penombra e solcata da una striscia rossa come la passione su cui evolve un'acrobata - le scene minimaliste e candidissime di Nicola Rubertelli e i costumi, candidi anch'essi ma ravvivati da fantasiosi inserti colorati, di Carlo Poggioli.

Note: Nuovo allestimento

Interpreti: Adriana Kucerovà/Rosa Feola (Adina); Saimir Pirgu/Ivan Magrì (Nemorino); Fabio Maria Capitanucci/Gezim Myshketa (Belcore) Alex Esposito/Simone Del Savio (Dulcamara), Erika Pagan (Giannetta)

Regia: Ruggero Cappuccio

Scene: Nicola Rubertelli

Costumi: Carlo Poggioli

Orchestra: del Teatro dell'Opera di Roma

Direttore: Bruno Campanella

Coro: del Teatro dell'Opera di Roma

Maestro Coro: Roberto Gabbiani

Luci: Agostino Angelini

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Napoli: per il Maggio della Musica