Donizetti alla militare

La bacchetta di Abel concerta La fille du règiment al Teatro Comunale di Bologna con Torosyan e Mironov

La fille du règiment
La fille du règiment
Recensione
classica
Bologna, Teatro Comunale
La fille du règiment
09 Novembre 2018 - 15 Novembre 2018

Penultima della stagione felsinea, l’opera comica donizettiana La fille du règiment è accolta positivamente dalla sala Bibiena. L’idea registica di Julio Galan, realizzata nel 2004 per il Comunale di Bologna da Emilio Sagi, è oggi ripresa da Valentina Brunetti, affiancata da Stefania Scaraggi per i costumi e Daniele Naldi per le luci. La trasposizione vuole Marie – una Hasmik Torosyan che gorgheggia incalzante, vispa e smaliziata – quale allegra vivandiera di un reggimento della Seconda Guerra Mondiale, innamorata riamata da un giovane americano. Maxim Mironov dà voce a Tonio con un’interpretazione che, se pur si distanzia dall’eroico, resta però piacevole e corretta. Perfetto quanto a physique du rôle, regala una notevole presenza scenica. Lo spettacolo scorre senza sorprendere pur restando sempre vivace, ed è un turbinare di trilli, colorature, abiti sgargianti e comiche macchiette che – per impostazione scenica e scelte di costumi – ne accostano i tratti all’operetta. Allo stesso tempo lo configurano allegro e pervaso di euforia, anche grazie al contributo dei comprimari di levatura come Daniela Mazzucato che, nella pur breve apparizione della Duchessa di Crakentorp, riempie la scena. Divertono anche il Sulpice di Federico Longhi e la Marchesa di Berkenfield di Claudia Marchi. Brillantissima, gagliarda e raffinata la concertazione di Yves Abel, tanto che, a dispetto dell’aura frizzante (quasi da vaudeville) che pervade la partitura, non nega agli interpreti momenti di sincera riflessione introspettiva tali da coinvolgere emotivamente lo spettatore. Particolarmente riuscita l’entrata della nobiltà alla festa del secondo atto, annunciati con nomi di quartieri bolognesi pronunciati à la française – e dunque modificati rispetto all’originale –: l’ilarità è generale.

 

 

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