Diamanti sulla cassa della chitarra

Paul Simon, a 67 anni, è ancora un grande performer, oltre ad un musicista eclettico e coinvolgente

Foto Daniele Bergesio
Foto Daniele Bergesio
Recensione
pop
Euritmica Udine
22 Luglio 2008
I concerti dei mostri sacri sono un terno al lotto, perché la paura del “non è più quello di una volta” spesso si rivela fondata. Ma a Paul Simon si perdonano anche un paio di dischi così così, finché lascia in camerino i suoi 67 anni e srotola due ore di grinta e classe. Ventidue pezzi senza aprire bocca, quasi a risparmiare per la musica tutto il tempo possibile, e un gruppo variopinto di otto elementi a sostenerlo nella sua incontrollabile voglia. Se il concerto è il polso da tastare per capire come un musicista si senta, d’altronde, Simon ha 25 anni di meno: la maggior parte dei pezzi arriva dagli anni ’70 (“Me and Julio down by the schoolyard” scanzonata e rotolante, “Duncan” struggente nel suo incedere andino, “Still crazy after all this years” con piglio confidenziale) e ’80, con la difficile “Train in the distance”, il gran finale con il turbolento blues caraibico “Late in the evening” e ben cinque pezzi da “Graceland” – “Gumboots”, “The boy in the bubble”, la grassa e sorniona titletrack, “Diamonds on the soles of her shoes” e “You can call me Al”. Delle recenti scorribande colpisce per malinconia “You are the one”, quasi Van Dyke Parks nel suo barcollare tra Medio Oriente e Caraibi, mentre “Teacher” arriva da “Surprise”, in combutta con Brian Eno. Ovviamente anche qualcosa della coppia storica che l’ha portato alla ribalta: il picco emotivo con “The Sound of silence” in solitudine con la propria acustica, una delicata e inaspettata “The only living boy in New York”, una stralunata e soffusa versione di “Mrs. Robinson”. Perché si contano sulle dita di una mano quei musicisti che possono schierare in un concerto venti-trenta successi acclamati a livello mondiale. Ma sono ancora meno quelli che dal vivo ne fanno capolavori dopo cinquant’anni esatti di carriera.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

pop

Il cantautore friulano presenta in concerto l’album d’esordio Hrudja

pop

Un grande live al nuovo Jumeaux Jazz Club di Losanna (con il dubbio che a Bombino lo status di condottiero tuareg cominci a pesare)

pop

Ultima tappa del tour "Mi resta un solo dente e cerco di riavvitarlo" di Elio e le Storie Tese