Chung, rarefazioni mahleriane  

Il direttore coreano propone la Seconda al Maggio Musicale Fiorentino

Myung Whun Chung (Foto © Filarmonica della Scala | S. Lelli)
Myung Whun Chung (Foto © Filarmonica della Scala | S. Lelli)
Recensione
classica
Teatro del Maggio Fiorentino
Myung Whun Chung
05 Maggio 2021

È sempre una gioia per il pubblico del Teatro del Maggio ogni ritorno di Myung-Whun Chung, qui direttore ospite una trentina di anni fa, per un numero di anni e di eventi abbastanza rilevante da farci ricordare il giovane direttore di allora, e misurare l'ampiezza dell'evoluzione di quello che già allora ci sembrò una bacchetta di sicuro avvenire. Questa evoluzione era più chiara che mai mercoledì scorso, nella sua interpretazione della Seconda mahleriana. La sinfonia ci è sembrata radicalmente spogliata degli aspetti più sanguigni, trionfalistici e “triviali" – nel senso specifico che questo aggettivo assume nell'estetica mahleriana – a favore di una visione in cui i crolli e le visioni apocalittiche di Mahler, così  sbalzati dalla struttura stessa della Seconda e definiti dai due tempi estremi, erano sostituiti da una un'idea più alta e più rarefatta. Ma non meno coinvolgente: è apparso evidente che Chung, con il suo gesto fattosi così raccolto, misurato, essenziale, riesce comunque ad impartire all’Orchestra (e al coro, egregiamente preparato) il ventaglio sonoro amplissimo che la partitura richiede. Anche la vivezza dei contrasti, come la flessuosità degli andamenti e dei raccordi, risultava improntata ad una grande ricchezza, ma come depurata da ogni platealità, il cui elegante lirismo ha avuto modo di rifulgere in particolare nella sciolta leggiadria del terzo movimento, quello della predica di Sant'Antonio ai pesci, e nel delicato tratteggio di Urlicht, ben assecondato dalla voce di Claudia Huckle. Questa cifra di eleganza ricca comunque di intensità, e anche del fervore mistico connaturato al piano ideativo di questa sinfonia, fino alla finale resurrezione celebrata dai versi di Klopstock, è apparsa evidente fin dalle prime battute, e si è confermata, movimento dopo movimento, dando a questo concerto un suggello interpretativo autorevolissimo, veramente da grande direttore, che ci è sembrato condiviso sia dagli esecutori che dal pubblico. Molto e prolungato successo per tutti, Chung in particolare, orchestra, coro, voci soliste, la Huckle e il soprano Christiane Karg per il movimento finale. Chung sarà di nuovo su questo podio domenica, ancora per Mahler: la Nona.

 

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