Cenerentola, 200 anni di trionfo della bontà

ll nuovo allestimento di OperaLombardia celebra i 200 anni dell’opera di Rossini
 

Cenerentola Teatro Ponchielli
Recensione
classica
Teatro Ponchielli, Cremona
Cenerentola
06 Ottobre 2017

La celebrazione di un anniversario è sempre occasione stimolante per presentare nuovi allestimenti di titoli operistici. Così il circuito OperaLombardia – che riunisce i teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona e Pavia – ha colto l’occasione rappresentata dai 200 anni dalla prima messa in scena de La Cenerentola di Gioachino Rossini (Roma, Teatro Valle, 25 gennaio 1817) per proporre un nuovo allestimento che ha debuttato il 29 settembre al Teatro Grande di Brescia e che noi abbiamo seguito venerdì scorso in occasione della prima data della tappa cremonese che apriva la Stagione d’Opera 2017 del Teatro Ponchielli.

Nella lettura proposta dalla regia di Arturo Cirillo la narrazione dei due atti si svolge in un’ambientazione funzionale ma forse un poco statica delineata dalle scene di Dario Gessati dove, dalle mura della dimora ormai decadente di Don Magnifico, si passa al variopinto palazzo del principe Don Ramiro attraverso la sovrapposizione del fondale e di quinte calati dall’alto. In questo spazio i personaggi si muovono con buona dinamicità, affiancati da quattro mimi la cui presenza risulta a tratti un poco ridondante. Yi-Chen Lin dirige con tempi adeguati un’orchestra che la segue con impegno e che, nonostante qualche incertezza nei momenti di assieme più concitati, accompagna con sostanziale equilibrio i personaggi sul palcoscenico. Qui, tra gli altri, le due sorelle Clorinda (Bellocci) e Tisbe (Serra) hanno espresso con adeguata vivacità la loro maldestra vanità, il Don Magnifico di Taormina è parso ben nella parte così come il Don Ramiro di Gatin, quest’ultimo più a suo agio nella tessitura mediana della sua voce di tenore. Molto efficace, con accento tenero e malinconico assieme, è risultata la Cenerentola incarnata da Molinari. Alla fine applausi per tutti.

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