BioTannhäuser

a Bayreuth Wagner in una installazione di van Lieshout

Recensione
classica
Bayreuth Festspiele Bayreuth
Richard Wagner
01 Agosto 2011
Per il "Tannhäuser" che ha aperto la centesima edizione del Festival di Bayreuth più che di teatro di regia si dovrebbe piuttosto parlare di teatro di scenografia. L’imponente struttura fissa "Il tecnocrate" dell'affermato artista olandese Joep van Lieshout ("un’installazione ossessiva attivata da esseri umani; una produzione di escrementi estratti dal biogas") occupa per intero il vasto palcoscenico del Festspielhaus e funziona da Wartburg, "luogo del potere, della società, delle convenzioni, dell’etica e della morale." Parte integrante di questa struttura è il Venusberg, una gabbia sotterranea abitata da materiale biologico pronto a essere immesso nel circuito del tecnocrate. Sullo sfondo di cisterne, tubi, paranchi e quant’altro, il regista Baumgarten imbastisce uno spettacolo militante e sostanzialmente antinarrativo, cerebrale e freddamente provocatorio, al quale il pubblico reagisce rumorosamente anche a scena aperta (il cartello “Wir denken nach” all’inizio del secondo atto registra le reazioni più animose). Con questo spettacolo, la gestione artistica del Festival conferma l’apertura alle espressioni più radicali della scena tedesca (e l’annuncio che Frank Castorf della Voksbühne dirigerà il “Ring” del bicentenario wagneriano va decisamente in questa direzione) ma lascia ancora una volta perplessi sulle scelte musicali. Hengelbrock è interprete raffinato e originale, ma, costretto all’ortodossia bayreuthiana, opera piuttosto sulla pulizia del suono (molto leggero, quasi weberiano) e la ricchezza del tessuto strumentale, scontentando più di un tradizionalista. Distribuzione vocale discreta, con Nylund e Groissböck ottimi, Cleveman monocorde, Nagy ancora acerbo e Friede da dimenticare. Ai sempre formidabili orchestra e coro del Festival le ovazioni più convinte.

Note: Nuova produzione del Festival di Bayreuth 2011. Altre rappresentazioni: 7, 13, 19, 25 agosto 2011.

Interpreti: Günther Groissböck (Landgraf Herrmann), Lars Cleveman (Tannhäuser), Michael Nagy (Wolfram von Eschenbach), Lothar Odinius (Walther von der Vogelweide), Thomas Jesatko (Biterolf), Arnold Bezuyen (Heinrich der Schreiber), Martin Snell (Reinmar von Zweter), Camilla Nylund (Elisabeth, Nichte des Landgrafen), Stephanie Friede (Venus), Katja Stuber (Ein junger Hirt), Silvia Berghammer, Johanna Dur, Kim Strebel, Kirsten Obelgönner (Vier Edelknaben)

Regia: Sebastian Baumgarten

Scene: Joep van Lieshout

Costumi: Nina von Mechow

Orchestra: Das Bayreuther Festspielorchester

Direttore: Thomas Hengelbrock

Coro: Der Bayreuther Festspielchor

Maestro Coro: Eberhard Friedrich

Luci: Franck Evin (video: Christopher Kondek)

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Arte concert propone l’opera Melancholia di Mikael Karlsson tratta dal film omonimo di Lars von Trier presentata con successo a Stoccolma nello scorso autunno

classica

I poco noti mottetti e i semisconosciuti versetti diretti da Flavio Colusso a Sant’Apollinare, dove Carissimi fu maestro di cappella per quasi mezzo secolo

classica

Piace l’allestimento di McVicar, ottimo il mezzosoprano Lea Desandre