Bellini debuttante

Opera Rara recupera "Adelson e Salvini" al Barbican Centre di Londra

Foto © Russell Duncan.
Foto © Russell Duncan.
Recensione
classica
Barbican Centre London
Vincenzo Bellini
11 Maggio 2016
La passione degli inglesi per le opere minori del Romanticismo italiano ha una lunga e radicata tradizione. Due settimane fa recensivamo [a href="http://www.giornaledellamusica.it/rol/?id=5222"]su queste pagine web[/a] una rara [i]Pia de’ Tolomei[/i] di Donizetti prodotta dalla English Touring Opera; oggi è la volta di una ancora più insolita [i]Adelson e Salvini[/i] riesumata da Opera Rara, una meravigliosa impresa ormai ultraquarantennale sostenuta da fondi privati, devota a quelle che Fedele d’Amico chiamava le “opere avariate”. Primissima opera di Bellini, scritta a 23 anni per essere eseguita dagli studenti del conservatorio da lui stesso frequentato (ragazzini con voce bianca nelle parti femminili), ebbe enorme e ripetuto successo in ambito scolastico, ma nessuna diffusione al suo esterno, fino ad anni recenti. Appartenente al genere semiserio, e con dialoghi parlati, imbevuta di rossinismi (la Sinfonia in particolare), fa presagire il futuro Bellini solo nella Cavatina della primadonna “Dopo l’oscuro nembo”, non a caso ripresa come Cavatina di Giulietta “Oh quante volte, o quante” nei futuri “Capuleti e Montecchi”; tutto il resto ci fa rimpiangere che, nella sua breve esistenza, Bellini non si sia mai avvicinato al genere comico (ben più di quanto lo faccia rimpiangere l’altrettanto giovanile [i]Un giorno di regno[/i] di Verdi). L’opera è dunque piacevole e sta in piedi anche grazie a una esecuzione (in forma di concerto, secondo l’uso di Opera Rara, finalizzata al disco) sostenuta dalla BBC Symphony Orchestra sotto l’appassionata direzione di Daniele Rustioni, che in questa partitura evidentemente ci crede e la conduce per mano amorevolmente, con tutto il tatto che un esperimento giovanile richiede. Con lui, cantanti di provata esperienza e competenza stilistica: Daniela Barcellona, la più raffinata della compagnia, davvero toccante nella cavatina suddetta; Simone Alberghini, a totale suo agio in una parte da “basso cantante” parcamente vocalizzata; Enea Scala, che fronteggia una scrittura tenorile di elevata difficoltà (evidentemente gli allievi di quel conservatorio erano dei fior d’artisti) e che nel duetto con Alberghini ottiene il maggior applauso della serata; Maurizio Muraro, vero mattatore in una parte da buffo in dialetto napoletano. Il pubblico si diverte, anche grazie a qualche gag di una esecuzione minimamente agita, sempre con leggerezza. Successo per tutti al termine: anche questa volta il prezioso recupero di Opera Rara è ben riuscito!

Note: Versione originale (1825), in forma di concerto, Barbicane Hall.

Interpreti: Simone Alberghini (Lord Adelson), Daniela Barcellona (Nelly), Enea Scala (Salvini), Maurizio Moraro (Bonifacio), Rodion Pogossov (Colonnello Struley), Leah-Marian Jones (Madame Rivers), David Soar (Geronio), Kathryn Rudge (Fanny)

Regia: Kenneth Richardson

Orchestra: BBC Symphony Ochestra

Direttore: Daniele Rustioni

Coro: Opera Rara Chorus

Maestro Coro: Eamonn Dougan

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