Ballando per la morte di Lucy

A Berlino Requiem pour L., la nuova creazione di Alain Platel e Fabrizio Cassol

A Berlino “Requiem pour L.”, la nuova creazione di Alain Platel e Fabrizio Cassol
Foto di Chris van der Burght
Recensione
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Haus der Berliner Festspiele, Berlino
Requiem pour L.
21 Gennaio 2018

Le immagini in bianco e nero degli ultimi momenti della vita di una donna, Lucy, scorrono sul fondale: la fatica degli ultimi momenti, l’assopimento, la bocca secca, le carezze degli affetti più cari e poi il sonno, quello dal quale non ci si sveglia più, con un orsacchiotto in grembo che conclude il ciclo di un’esistenza.

Non c’è niente di tragico in quelle immagini, fortissime nella loro naturalità. Non c’è niente di tragico nemmeno nel Requiem di Mozart, composizione estrema e incompiuta, che Alain Platel e Fabrizio Cassol scelgono come punto di partenza della loro ultima creazione, Requiem pour L., che ha aperto a Berlino alla Haus der Berliner Festspiele un lungo tour che toccherà varie piazze europee come Monaco, Bruxelles, Londra, Anversa e Amsterdam e nella prossima stagione approderà anche a Torino Danza e a Reggio Emilia.

Dopo il Monteverdi di VSPRS e il Bach di pitié!, i belgi Platel e Cassol tornano a collaborare nel segno di uno delle cattedrali della musica religiosa dell’Occidente per una creazione che fonde i temi del Requiem mozartiano con ritmi e sound africano. Come per il barocco “africano” di Coup fatal, altra creazione recente della coppia Platel-Cassol, il corto circuito fra civiltà musicali lontanissime produce una creazione musicale di straordinaria vitalità, frutto di una sintesi eclettica di insolito rigore musicologico – Cassol è partito dal manoscritto originale mozartiano, espungendo le estensioni e completamenti apocrifi – e dialogo fecondo con il gruppo di straordinari musicisti, guidati in scena dal congolese Rodriguez Vangama (coadiuvato alla chitarra elettrica da Kojack Kossakamvwe), che assembla sonorità inconciliabili dell’accordeon di João Barradas e del flicorno basso di Niels Van Heertum con i likembe di Bouton Kalanda, Erick Ngoya, Silva Makengo, con il collante ritmico delle percussioni del formidabile Michel Seba.

Ciò che restituisce più compiutamente la sintesi musicale di quel dialogo fra opposti che si fonde in una armonia naturale è la doppia triade mozartianamente massonica di vocalist – quelli della tradizione lirica occidentale, che sono Rodrigo Ferreira, Nobulumko Mngxekeza e Owen Metsileng (gli ultimi due erano la sanguinaria coppia reale nello straordinario Macbeth africano di Brett Bailey e dello stesso Cassol) e i tre eccezionali performer africani Fredy Massamba, Boule Mpanya e soprattutto Russell Tshiebua (folgorante folletto di Coup fatal).

Cerimoniere sensibile di questa insolita cerimonia funebre è Alain Platel, autore anche della scena nera che richiama la distesa irregolare di sepolcri che richiamano il monumento berlinese all’olocausto. Rinuncia al suo ruolo di coreografo ma non alle coreografie, spontanee, che proprio davanti all’immagine reale della morte, diventano l’espressione più forte della celebrazione della vita.

Foto di Chris van der Burght
Foto di Chris van der Burght

Produzione di les ballets C de la B, Festival de Marseille e Berliner Festspiele in coproduzione con Opéra de Lille, Théâtre National de Chaillot Paris, Les Théâtres de la Ville de Luxembourg, Onassis Cultural Centre Athens, TorinoDanza, Kampnagel Hamburg, Ludwigsburger Schlossfestspiele, Festspielhaus St. Pölten, L’Arsenal Metz, Scène Nationale du Sud-Aquitain – Bayonne e La Ville de Marseille. Date rappresentazioni a Berlino: 18, 19, 20 gennaio 2018.

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