Argento poco vivo

A Novara il debutto del regista nel “Macbeth” di Verdi

Recensione
classica
Teatro Coccia Novara
Giuseppe Verdi
06 Ottobre 2013
Prendete un vecchio maestro del cinema horror nostrano. Affidategli un’opera con un contentuo di sangue e violenza superiore alla media. Il risultato? Un allestimento che più tradizionale non si può! Che il cinema non sia il teatro è cosa fin troppo ovvia così come è ovvio che nel cinema ci si possono permettere libertà e effetti che nel teatro non necessariamente funzionano o, peggio, sortiscono l’effetto opposto di quel che si vuole, scivolando così nel ridicolo. Va detto che forse le aspettative su Dario Argento al debutto nella regia operistica proprio con il “Macbeth” verdiano erano magari un po’ alte e non prive di una certa morbosità. Il risultato però è stato piuttosto modesto. A parte un’autocitazione da “Profondo rosso” per l’assassinio di Duncan (per i cinefili, quello alla finestra che David Hemmings vede dalla strada di una Torino notturna) e l’inedita decapitazione a vista di Macbeth con tanto di zampillo di sangue nel finale (e magari perché non chiedere consiglio all’amico George Romero per un Banco-zombie più credibile?), il resto era davvero poca cosa e di onesta routine: gestualità stereotipata, coro pervicacemente immobile (il sabba delle streghe bisogna immaginarselo), scelte estetiche poco intelleggibili. In questo, non lo aiutavano i pasticciati costumi di Elena Bianchini e le insipide scenografie di Angelo Linzalata. Musicalmente le cose funzionavano assai meglio, a cominciare dalla musicalissima direzione di Giuseppe Sabbatini, che agli aspri contrasti preferiva un’estrema cantabilità. L’orchestra offriva una buona prova (apprezzabili gli assolo), ma molto mediocre era il coro. In scena una compagnia di buon livello anche nei ruoli minori, con due ottimi protagonisti Altomare e Theodossiu ma un acerbo Di Vietri come Macduff. Molti applausi.

Note: Nuovo allestimento in coproduzione con la Fondazione Teatro Verdi di Pisa. Date rappresentazioni: 4 e 6 ottobre 2013.

Interpreti: Giuseppe Altomare (Macbeth, generale dell'esercito del re), Giorgio Giuseppini (Banco, generale dell'esercito del re), Dimitra Theodossiou (Lady Macbeth, moglie di Macbeth), Valeria Sepe (Dama di Lady Macbeth), Dario Di Vietri (Macduff, nobile scozzese, Signore di Fiff), Ernesto Petti (Malcolm, figlio di Duncano), Radu Pintillie (Medico), Amedeo Mossini (Sicario)

Regia: Dario Argento

Scene: Angelo Linzalata

Costumi: Elena Bianchini

Orchestra: Orchestra Filarmonica del Piemonte

Direttore: Giuseppe Sabbatini

Coro: Schola Cantorum San Gregorio Magno

Maestro Coro: Mauro Rolfi

Luci: Angelo Linzalata

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo