Allenarsi all’evento

È andata in scena Ouverture, originale opera-performance per cantanti e tapis roulant

AR

09 ottobre 2025 • 3 minuti di lettura

Ouverture (foto Roberto Ricci)
Ouverture (foto Roberto Ricci)

Parma, Teatro Farnese – Verdi Festival – Reggio Parma Festival

Ouverture

05/10/2025 - 05/10/2025

Proposta nell’ambito di un intreccio di cartelloni che comprende “Ramificazioni” – la sezione del Festival Verdi che indaga relazioni stilistiche e contemporaneità – e “Gradus in scena” – progetto di Reggio Parma Festival volto a promuovere la nuova autorialità giovanile in ambito teatrale e musicale – è andata in scena Ouverture, opera-performance a cappella per un doppio quintetto di cinque cantanti e cinque tapis roulant. Si è trattato di un’originale proposta generata da una coproduzione del Teatro Regio di Parma con iTeatri di Reggio Emilia e proposta prima in quest’ultima città al Teatro Ariosto e poi al Teatro Farnese parmigiano, recita quest’ultima alla quale si riferiscono queste note.

Ouverture (foto Roberto Ricci)
Ouverture (foto Roberto Ricci)

Strutturata in tre sezioni denominate “L’orizzonte”, “Impero di emozioni” e “Il futuro”, questa sorta di azione scenico-musicale si apre con un anziano in tuta da ginnastica impegnato nella sua camminata di allenamento su un tapis roulant già presente sul palcoscenico all’ingresso del pubblico, terminato di accomodarsi il quale rivela, togliendosi tuta e maschera, di essere la giovane direttrice Laure Deval.

Ouverture (foto Roberto Ricci)
Ouverture (foto Roberto Ricci)

Preso il suo posto sul podio, Deval attende quindi l’ingresso uno dopo l’altro dei cinque ginnasti-cantanti che iniziano il loro allenamento attraverso un riscaldamento fatto da un lato di stretching, flessioni e piegamenti e dall’altro di esercizi vocali, esplorazioni fonetiche e gorgheggi.

La performance si dispiega tra pezzi d’assieme – dove i cinque cantanti intrecciano le loro voci ora attraverso stilemi polifonico-madrigalistici ora grazie a impasti vocali generati da interventi liberi ed estemporanei – e momenti solistici. In queste oasi, in particolare, emerge con maggiore efficacia e chiarezza la dimensione quasi solipsistica dell’atleta-artista con il fisico concentrato nello sforzo del suo esercizio e la mente focalizzata sulla performance che lo attende, ripassando idealmente i brani vocali – Mozart, Rossini, Verdi e così via… – che la sua voce sarà chiamata da lì a qualche tempo a rivestire.

Ouverture (foto Roberto Ricci)
Ouverture (foto Roberto Ricci)

Una preparazione all’evento che impegna anima e corpo i cinque interpreti coinvolti, i quali si ritrovano prima divisi e poi insieme a correre all’unisono sui loro attrezzi ginnici, facendo scorrere il tappeto mobile sotto ai loro piedi via via sempre più veloce, segnando con le loro falcate un incedere ritmico che diviene parte integrante del suono generato dai frammenti di canto, parole, pensieri e respiri. Una materia acustica variegata, catturata e poi restituita da una ripresa sonora che la redistribuisce attraverso effetti elettronici levigati e disseminati anche grazie una misurata spazializzazione, il tutto accompagnato dal progressivo ridursi delle luci fino al completo spegnimento.

Ouverture (foto Roberto Ricci)
Ouverture (foto Roberto Ricci)

Un allenamento fisico e mentale il quale – sottolineato anche attraverso i frammenti di un testo variamente sparpagliati dai cinque interpreti nel corso dell’azione – sfocia nella ribalta dell’evento vero e proprio, dove i cinque protagonisti – dismesse le tute da ginnastica e indossati gli abiti da sera e/o di scena – si muovono in una danza che ricorda lo stile vogueing anni Ottanta, perseguendo – una posa dopo l’altra agita in favore degli spot di luce che li investono e sull’incalzare di una musica dance – quella corsa alla prestazione e alla performance estrema che appare in ultima istanza il simbolo della deriva – tra sfrenata competizione e risultato ad ogni costo – che colpisce la nostra società contemporanea.

Ouverture (foto Roberto Ricci)
Ouverture (foto Roberto Ricci)

Un percorso interpretativo tracciato con palese dedizione dai soprani Maria Clara Maiztegui e Maria Giuliana Seguino, dal mezzosoprano Dominika Isabell Marková, dal baritono Xiaofei Liu e dal basso Daniel Wendler, cantanti-performer protagonisti di un interessante spettacolo plasmato dalla scrittura musicale di Fernando Strasnoy, dal libretto di Giuliana Kiersz (traduzione di Teresa Vila) e dalla regia e coreografia firmate da Gaetano Palermo e Michele Petrosino.

Al termine i generosi applausi del nutrito pubblico presente hanno salutato tutti gli artisti impegnati.