Martina Franca ritrova il filo

Nuovo programma per il Festival della Valle d'Itria intorno al mito di Arianna

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Fabio Luisi (Foto Per Morten Abrahamsen)
Fabio Luisi (Foto Per Morten Abrahamsen)

Il titolo della quarantaseiesima edizione del Festival della Valle d'Itria è significativo: "Per ritrovare il filo" e non si riferisce solo al fatto che il Festival ruota intorno al mito di Arianna, ma al fatto che la musica dal vivo deve ritrovare il suo filo. «Abbiamo creduto – afferma Franco Punzi, presidente della Fondazione Paolo Grassi – anche nei momenti più difficili, che le luci di Palazzo Ducale dovessero accendersi sulla 46a edizione del Festival: il nostro è un impegno nei confronti del territorio, degli artisti ma soprattutto del nostro pubblico. È nel momento più grave che il teatro, così come ci insegna Paolo Grassi, deve essere in grado di affermare il proprio ruolo, di trovare nuova vitalità per restituirla alla comunità di cui fa parte. Il mio più sentito ringraziamento va quindi a tutto lo staff del Festival, il cui lavoro instancabile potrà ridare ossigeno a Martina Franca e a tutta la Valle d’Ittrio». Apre il Festival (14 luglio, repliche il 22, 25 luglio e l’1 agosto)  la commedia di Molière Il borghese gentiluomo ripensata come monologo da Stefano Massini, con la mise en espace curata da Davide Gasparro e le musiche di scena di Strauss( secondo la partitura del 1917) dirette da Michele Spotti. Nel cast le voci di Vittorio Prato, Ana Victoria Pitts, Barbara Massaro. I movimenti scenici saranno ideati da Fabrizio Di Franco, in collaborazione con Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto.

«Nessuno sa con certezza quando – e se – si potrà tornare a fare teatro e musica – dichiara Alberto Triola – come eravamo abituati prima che la pandemia sconvolgesse il mondo intero spazzando via schemi e consuetudini. Come in tutte le crisi epocali, anche in questa situazione emergeranno quanti sapranno individuare e gestire soluzioni innovative, per andare a occupare spazi inediti della creatività, mettendo in gioco forze, impulsi e risorse fino a qualche tempo fa nemmeno immaginabili. Ci sono tante buone ragioni per far prevalere il pessimismo, ma le energie che il Festival della Valle d’Itria ha saputo mettere in gioco in quasi mezzo secolo di storia sono in grado di reagire alla rassegnazione e di azionare i necessari anticorpi culturali e creativi. Abbiamo pensato a un festival straordinario in un anno straordinario: per il pubblico, che oggi ha bisogno più che mai di occasioni culturali per rivitalizzare lo spirito e scoprirsi comunità; per aiutare concretamente chi dell’arte e con l’arte vive, gli artisti, i lavoratori dello spettacolo, le imprese dell’indotto. Un festival che mette insieme il meglio dell’eccellenza italiana in un anno drammatico e sconvolgente, soprattutto per il nostro Paese. Un festival che sempre di più gioca il suo ruolo di faro per il Mezzogiorno e per l’Italia dello spettacolo dal vivo».

Fabio Luisi, direttore musicale del festival dirige Arianna a Nasso (21, 24, 26 luglio e 2 agosto) che sarà proposta nella prima edizione del 1912, con una nuova versione in italiano del libretto di Hugo von Hofmannsthal a cura di Quirino Principe e la regia di Walter Pagliaro, gli elementi scenici di Gianni Carluccio e i costumi di Giuseppe Palella.  Nel ruolo della protagonista c'è Carmela Remigio, nei panni di Bacco  il tenore Piero Pretti, in quelli di Zerbinetta il soprano Jessica Pratt, Arlecchino sarà Vittorio Prato.

 Tra gli altri ospiti: Federico Maria Sardelli, Giulia Semenzato, Sara Mingardo, Jessica Pratt, Xavier Anduaga, Anna Caterina Antonucci, Francesco Libetta,  Alex Esposito,  Lidia FriedmanLeonora Bonilla, Veronica Simeoni, Daniele Ustioni e Francesca Dego, i "verdiani" Francesco Meli e Luca Salsi (in concerto il 28 luglio a Taranto). Tutto il programma sul sito www.festivaldellavalleditria.it