Il Fidelio di Pappano

Beethoven aprirà la prossima stagione di Santa Cecilia

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Un'impressionante macchina musicale: così appare l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia leggendo i suoi programmi per il 2016-2017. Premessa di questo funzionamento a pieno regime - come ha premesso il presidente-direttore artistico Michele Dall'Ongaro - sono il bilancio in sostanziale equilibrio e il rinnovo del contratto di lavoro in corso di discussione nell'ambito dell'autonomia riconosciuta dalla legge a Santa Cecilia. Saranno ventotto i concerti sinfonici in abbonamento - ognuno replicato tre volte - e cinque quelli fuori abbonamento. Oltre a ben cinquantuno concerti nel corso delle varie tournées che porteranno l'orchestra e il coro nel mondo intero - da Buenos Aires, Rio de Janeiro, Shangai e Nanchino ad Amsterdam, Berlino, Budapest, Londra, Parigi, Vienna, Zurigo, nonché ai festival di Edimburgo, Praga, Salisburgo, Gstaad, Grafenegg e Bucarest - oltre che in alcune città Italia, quali Caserta, Spoleto, Verona, Milano e Torino. Per l'inaugurazione, il 20 ottobre, Antonio Pappano dirigerà il Fidelio, ideale continuazione del ciclo delle Sinfonie di Beethoven con cui ha aperto la stagione 2015-2016. Saranno otto i programmi da lui diretti, tra cui ha voluto sottolineare la prosecuzione della serie dei grandi lavori sacri di Bach (quest'anno la Johannes-Passion) e delle sinfonie di Bruckner (dopo l'Ottava, portata l'anno scorso con grande successo anche a Vienna e Dresda, sarà la volta della Settima). Pappano ha inoltre annunciato i concerti con cui inaugurerà le stagioni successive: Re Ruggero di Szymanowski nel 2017 e West Side Story di Bernstein nel 2018. Molti degli altri direttori sono già stati ospiti varie volte di Santa Cecilia, da Temirkanov, Gergiev, Gatti, Chung, Honeck, Koopman, Tilson Thomas e Paavo Järvi ai più giovani Orozco-Estrada, Heras-Casado, Valchua e Vladimir Jurowski. Sono invece al loro debutto romano il venezuelano Rafael Payare, il ceco Jakub Hrusa e lo spagnolo Gustavo Gimeno, considerati tra i più dotati direttori emergenti. Sono dei ritorni dopo una lunga assenza quelli di Daniel Harding con la Seconda di Mahler e di Cecilia Bartoli con un Gala Mozart. Tra i programmi monografici spiccano il Messiah di Haendel diretto da Koopman e le Scene dal Faust, con cui Gatti riprenderà il suo ciclo schumanniano. Accanto al grande repertorio stanno due novità assolute dello svizzero Richard Dubugnon e dell'italiano Pasquale Corrado e una prima per l'Italia di Peter Eötvös. A Schumann, a Haendel e ai compositori ungheresi (Liszt, Bartok, Ligeti, Eötvös) sarà data particolare attenzione non solo nella stagione sinfonica ma anche in quella cameristica, che consta di 20 concerti e si inaugura con un gruppo di Sinfonie di Haydn dirette da Giovanni Antonini con la Basel Kammerorchester. Non mancano cori, violinisti, quartetti e altri gruppi cameristici, ma predominano i pianisti, tra cui spiccano Barenboim, Lonquich, Kissin, Lisiecki, Perahia, Rana, Sokolov e Uchida. Concludendo la conferenza stampa, Michele dall'Ongaro ha tenuto giustamente a ricordare le moltissime iniziative dell'Accademia per i giovani: le quattro formazioni della Juniorchestra, i quattro cori, le Domeniche in Musica, i concerti della serie Tutti a Santa Cecilia, le lezioni-concerto nelle scuole, gli ingressi a prezzi ridotti e anche gratis. Inoltre vari progetti speciali, come quattro workshop per imparare a fotografare la musica.

m.m.

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