Sunn O))), la potenza non violenta

Life Metal è il nuovo album dei metallari “mentali” statunitensi Sunn O))), prodotto con Steve Albini

Life Metal - Sunn O)))
Disco
pop
Sunn O)))
Life Metal
Southern Lord
2019

Comincia con il nitrito di un cavallo Life Metal dei Sunn O))), poiché nel titolo dell’episodio d’apertura, “Between Sleipnir’s Breaths”, viene menzionato il mitologico destriero ottupede di Odino, dopo di che arriva la prima staffilata: un granitico riff di chitarra elettrica al rallentatore, marchio di fabbrica del progetto architettato una ventina di anni fa dagli statunitensi Stephen O’Malley e Greg Anderson.

Lungo questo arco di tempo i due si sono avvalsi di svariati collaboratori: dallo sperimentatore  australiano Oren Ambarchi al luciferino vocalist ungherese Attila Csihar. Nella circostanza spiccano le presenze dell’islandese Hildur Guðnadóttir (impegnata al violoncello e al neonato haldorophone, nonché in voce per ingentilire con una litania sommessa il brano citato) e di Steve Albini (eminente produttore cui è stato affidato il compito di dar forma al suono nel suo studio Electrical Audio di Chicago: delega davvero insolita da parte di chi aveva voluto finora avere sempre l’ultima parola sull’argomento). Indizi di novità dissimulati in un contesto altrimenti familiare, in particolare nei movimenti centrali dell’opera, “Troubled Air” (dove compare sotto traccia l’organo a canne manovrato da Anthony Pateras) e “Aurora”, tra bordoni minacciosi e riverberi cavernosi.

Abbiamo usato espressioni accademiche non a caso: per certi versi le creazioni dei Sunn O))) manifestano qualità sinfoniche (lo conferma qui l’ampiezza stordente del conclusivo “Novae”, oltre la soglia dei 25 minuti). E in qualche modo costituiscono d’altronde una sorta di coniugazione catacombale dell’ambient music (suggeriamo nell’evenienza il buco nero fotografato di recente dalla rete di telescopi Event Horizon).

Strano a dirsi, considerandone l’origine: l’habitat d’appartenenza sarebbe infatti il metal, genere del quale costoro hanno tuttavia una visione eretica (basti notare l’intestazione dell’album, che irride – rovesciandola in termini vitali – la postura funerea del cosiddetto “death metal”). Parlano dunque di «potenza non violenta», affermando: «La nostra intenzione non è distruttiva» (frasi di O’Malley riportate in un’intervista pubblicata nel 2017 da “The Quietus”). Accade così che i Sunn O))) siano apprezzati in ambiti limitrofi all’avant-garde (si pensi al lavoro confezionato cinque anni fa insieme al compianto Scott Walker, Soused, a proposito): lo dimostra l’eterogenea frequentazione ai loro spettacoli dal vivo, esperienze sensoriali e psicologiche a base di titanica pressione acustica e teatrale messinscena con i protagonisti che, abbigliati da monaci medievali, maneggiano gli strumenti con gestualità liturgica. Solenne e calamitante com’è, Life Metal ne accrescerà la reputazione. E non vediamo l’ora di ascoltarne il gemello “più meditativo”, Pyroclast, atteso entro l’autunno.

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