Lisa Mezzacapa racconta le donne dell'Ottocento

La contrabbassista americana Lisa Mezzacappa dedica un ciclo di canzoni alle avventuriere americane del diciannovesimo secolo

Lisa Mezzacapa, Glorious Ravage
Foto di Heike Liss
Disco
jazz
Lisa Mezzacappa
Glorious Ravage
New World Records
2017

Con quel nome che tradisce l’origine italiana e qualche interessante passaggio dalle nostre parti (la collaborazione con il sassofonista Piero Bittolo Bon e il batterista Francesco Cusa nei BodaBoda), la contrabbassista americana Lisa Mezzacappa è artista che i più curiosi ascoltatori di jazz di casa nostra hanno imparato a tenere d’occhio.

Attivissima a San Francisco e nella Bay Area, è musicista dotata di una istintiva curiosità e versatilità verso mondi sonori diversi, ma a questo assomma il pregio di una solida capacità progettuale. Si spiega in parte anche grazie a questo la realizzazione dell’ambizioso Glorious Ravage, ciclo di canzoni – che nella sua versione performativa prevede anche l’apporto video – ispirato dagli scritti di avventuriere della fine dell’Ottocento, figure femminili pionieristiche e coraggiose, esploratrici e scrittrici che hanno affrontato vicende e emozioni molto forti e contrastanti.

Per questo progetto la Mezzacappa sceglie di lavorare con un ampio ensemble di bravissimi improvvisatori. Ci sono la flautista Nicole Mitchell e la pianista Myra Melford, l’oboista Kyle Bruckmann e il contrabbasso di Mark Dresser, un pluristrumentista sottovalutato e sensibile come Vinny Golia, il vibrafonista Kjell Nordeson e molti altri, tra cui, ovviamente, Fay Victor, alla cui versatilità è affidato il non facile compito di dare voce ai testi.

Ne esce un lavoro di coinvolgente complessità, che attraversa umori e lessici con una drammaturgia sempre cangiante. A momenti di contenuto camerismo si alternano improvvisi scenari elettronici o propulsioni di matrice rock, squarci folk e astrazioni novecenetsche, in uno spettacolare mutarsi di colori che costringe felicemente l’ascoltatore a dedicare tutta la sua attenzione alla relazione tra i testi e la musica, senza potersi mai distrarre.

Splendido lavoro, che conferma non solo la statura e l’originalità di Lisa Mezzacappa, ma anche la forza di un progetto che ha avuto la pazienza e l’ambizione di farsi costruire nel tempo. Eccellente.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

jazz

Il flauto magico di Shabaka

Nel nuovo album Shabaka Hutchings abbandona il sassofono per dedicarsi allo shakuhachi

Alberto Campo
jazz

Moor Mother, il prezzo della schiavitù

The Great Bailout, nuovo lavoro della statunitense Camae Ayewa, illumina un risvolto del colonialismo britannico 

Alberto Campo
jazz

Le donne di Maria Pia De Vito

This Woman’s Work è il nuovo album della cantante napoletana

Guido Festinese