La musica del freddo

L’opera The Snow Queen del danese Hans Abrahamsen esce in video per Bayerische Staatsoper Recording

"The Snow Queen" (foto Wilfried Hösl)
"The Snow Queen" (foto Wilfried Hösl)
Disco
classica
Hans Abrahamsen
The Snow Queen (1 DVD/Blue Ray)
Bayerische Staatsoper Recording
2022

Figura singolare e appartata nel panorama della musica d’arte contemporanea, il danese Hans Abrahamsen è senza dubbio una delle voci più indipendenti e originali anche nella traiettoria artistica. Attivo fin dagli anni Settanta con opere caratterizzate da una linea compositiva ai limiti dell’ingenuo, che lo fecero arruolare “di diritto” fra gli esponenti della “Neue Einfachheit” (Nuova Semplicità) con Wolfgang Rihm e Manfred Trojahn, Abrahamsen ha ritrovato slancio dopo una “fermata” (la definizione è sua) durata poco meno di un decennio negli anni Novanta, un fermo creativo colmato comunque con orchestrazioni di lavori di grandi compositori del passato come Bach, Schumann, Nielsen, Debussy fino a Schoenberg e Ligeti. Ritrovata la vena creativa, Hans Abrahamsen aggiunge al suo catalogo numerosi lavori anche di successo e per orchestre importanti, ma la musica vocale resta merce rara e il teatro musicale del tutto assente. Almeno fino al 2019, quando, alla soglia dei 67 anni, la sua prima opera lirica debutta in un doppio allestimento prima all’Opera Reale di Copenhagen in danese e poco dopo all’Opera di Stato Bavarese di Monaco in inglese. Questo spettacolo è ora disponibile nel nuovo video dell’etichetta Bayerische Staatsoper Recording il terzo dopo Die tote Stadt di Korngold e la Sinfonia n. 7 di Mahler dirette entrambe da Kirill Petrenko.

"The Snow Queen" (foto Wilfried Hösl)
"The Snow Queen" (foto Wilfried Hösl)

La proposta di comporre un’opera risale in effetti all’inizio degli anni Ottanta, quando Abrahamsen riceve un invito alla Münchner Biennale da Hans Werner Henze, che gli suggerisce anche di utilizzare una favola di Andersen come soggetto. Fra le molte favole dello scrittore danese, è la moglie a suggerirgli Snedronningen (La regina delle nevi) dalla raccolta pubblicata nel 1844, una favola dalla struttura complessa in sette parti che lo commuove e soprattutto si sposa con la sua idea di “combinare storie con immagini di cose diverse.” I tempi però non sono ancora maturi e l’ispirazione latita: “non ero semplicemente in grado di trasferire la narrazione del testo nella mia musica”, dirà Abrahamsen. L’opera non nasce ma, in una sorta di percorso di avvicinamento, nascono invece Schnee (Neve) dieci canoni per nove strumenti nel 2008, destinato a imporsi come uno dei (per ora) rari classici del XXI secolo, e Drei Märchenbilder aus der Schneekönigin per grande orchestra, tenuto a battesimo dall’Orchestra di Stato Bavarese diretta da Constantinos Carydis nel 2018. Un incontro cruciale è quello con il soprano Barbara Hannigan, per la quale Abrahamsen nel 2013 compone let me tell you, ciclo per voce e orchestra tratto dal romanzo omonimo di Paul Griffiths. Da quella collaborazione nasce il desiderio di comporre un’opera per la sua voce. Si fa avanti l’Opera Reale di Copenhagen, che commissiona l’opera dalla favola di Andersen ma la lingua scelta è il danese e Barbara Hannigan canta solo in lingue che conosce. È così che Abrahamsen mette a punto anche una versione inglese con la collaborazione di Amanda Holden, che va in scena a Monaco di Baviera.

La vicenda dell’opera è dunque tratta dalla favola di Hans Christian Andersen con poche varianti. Protagonisti sono Greta e Kay, compagni di giochi fino a quando due frammenti dello specchio incantato creato da uno spirito malvagio non si conficcano nell’occhio e nel cuore di Kay. Il bimbo diventa freddo e ostile con tutti. Un giorno la regina delle nevi con un bacio gli rapisce i ricordi e lo rende immune al freddo portandolo nel suo regno di gelo. Greta si mette alla ricerca dell’amico dapprima nel giardino della vecchia signora, quindi nel castello del principe e della principessa spinta dai corvi della foresta e del castello, e infine in Lapponia a bordo del cocchio d’oro dei principi trainata dalla renna. Qui una donna istruirà la renna su come raggiungere il regno della regina delle nevi. Nel castello di questa, Gerda ritrova Kay paralizzato dal freddo e dallo sconforto. Nel ritrovare l’amica di sempre, Kay si commuove e le lacrime fanno scivolare via la scheggia dall’occhio, mentre quella nel cuore si dissolve. Quando tornano a casa, è di nuovo estate.

"The Snow Queen" (foto Wilfried Hösl)
"The Snow Queen" (foto Wilfried Hösl)

Niente al mondo è più tranquillo della neve, recita un proverbio danese. La neve è anche la vera protagonista della musica di Abrahamsen, che compone un paesaggio sonoro solo all’apparenza tranquillo e quasi immobile ma risultante dal costante intreccio di linee tematiche sovrapposte e in movimento ma anche dalla ripetizione di cellule tematiche in transizioni appena percettibili. A questo si assomma la varietà timbrica assicurata da un organico orchestrale molto ampio, che completa la natura “atmosferica” prima ancora che narrativa della composizione. La registrazione di ottima qualità sonora, realizzata durante le recite dell’opera al Nationaltheater di Monaco di Baviera, consente di apprezzare al meglio il valore della partitura grazie alla grande competenza direttoriale di Cornelius Meister e di un cast vocale di prima classe anche nei ruoli minori. Protagonista assoluta è Barbara Hannigan, non soltanto per l’estensione ma per una superba interpretazione per dominio tecnico e capacità introspettiva, qualità che combina con l’abituale padronanza della scena. Il ruolo di Kay è svolto con impegno dal mezzosoprano Rachael Wilson, che condivide la scena con il doppio muto Thomas Gräßle. Per sottolinearne la natura ambivalente, la regina delle nevi è un basso, che nello spettacolo ha le inquietanti sembianze di Peter Rose, impegnato anche come renna e orologio. Anche Katarina Dalayman, già soprano drammatico di lungo corso e ora mezzosoprano, si misura credibilmente nei tre ruoli della nonna, della vecchia signora e della donna lappone. Completano degnamente il cast l’onirica coppia dei principi di Caroline Wettergreen e Dean Power e i due corvi di Kevin Conners e Owen Willetts.

Non è decisamente per bambini lo spettacolo di Andreas Kriegenburg, che ha le scene gelide di Harald B. Thor, fatte di fondali semitrasparenti e da una neve che scende incessante, e la fantasmagoria dei costumi di Andrea Schraad. Non è la favola per famiglie vista a Copenhagen, ma racconta del dolore di un distacco e di un viaggio nelle regioni più profonde dell’inconscio all’interno di un ospedale psichiatrico attraverso un’intrigante intersezione di piani temporali fra infanzia e età adulta. Lettura intrigante ma di scarso aiuto a districarsi nelle ellissi narrative del libretto.

Spettacolo a parte, i contenuti speciali nel video propongono la trama raccontata attraverso un corto d’animazione e le immagini di una installazione luminosa a tema sviluppata per la facciata del Nationaltheater di Monaco di Baviera in occasione delle rappresentazioni. Spartano nell’aspetto, il booklet (in tedesco e inglese), distillato dal più ricco programma di sala, propone un interessante saggio sull’opera di Malte Krasting e un’intervista al regista Andreas Kriegenburg.

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