Kapsberger e Ambrosini, tra il passato e l’inesplorato

Un disco dell’etichetta Arcana propone musiche di Johannes Hieronymus Kapsberger e Claudio Ambrosini

Claudio Ambrosini
Claudio Ambrosini
Disco
classica
Claudio Ambrosini - Stefano Maiorana
Kapsberger, secret pages for theorbo and sounds of Venice
Arcana
2023

È un viaggio alla riscoperta del passato e insieme una avventura nell’inesplorato quella suggerita dall’ultimo cd di Claudio Ambrosini, “compositore veneziano del XXI secolo”, come lo ha acutamente definito la studiosa Sylvie Mamy, che nel 2013 ha dedicato una monografia al musicista, vincitore nel 1985 del Prix de Rome e nel 2007 del Leone d’Oro per la Musica del Presente alla Biennale Musica.

L’idea che guida la pubblicazione, dal titolo Kapsberger, secret pages for theorbo and sounds of Venice, è quella del finto ritrovamento di un manoscritto, in questo caso appartenente a Johannes Hieronymus Kapsberger (noto come “il tedesco della tiorba”), mai divulgato in quanto troppo sperimentale e difficile da comprendere per il pubblico del tempo.

Pretesto elegante, da cui prende vita un dialogo a più voci tra i brani originali per tiorba di Kapsberger, conservati in due archivi di Modena e Roma, le opere prime di Ambrosini e infine i “suoni di Venezia”, costruzioni di musica concreta ove, grazie a un montaggio “contrappuntistico”, si intrecciano nel silenzio sciacquii della laguna, gracidare di gabbiani, rintocchi di campane, cigolii di corde delle barche, lamenti di gondole. “Un exemplum e un monito” - scrive Ambrosini - “che va dalle antiche difese dei Murazzi fino all'Aquagranda e alle Grandi Navi, con un barlume di speranza nelle voci dei bambini registrate vicino alla tomba di Monteverdi”.

Non è la prima volta che il compositore veneziano cerca nel passato la propria fonte di ispirazione. 

Fin da giovane infatti, viene attratto dalle sonorità degli strumenti antichi come il cromorno e il liuto, e trasforma le loro velate emissioni in nuovi orditi, talvolta accompagnati da nastri magnetici.

È però originale la genesi di quest’ultimo ciclo, le cui radici affondano nel 2017, in occasione dell’anniversario monteverdiano, quando viene alla luce il Tancredi appresso il combattimento, ideale prosecuzione del Combattimento di Tancredi e Clorinda

Nell’organico vi è anche la tiorba suonata per l’occasione da Stefano Maiorana, specialista di Kapsberger e tra i più abili virtuosi di questo strumento appartenente alla famiglia degli arciliuti. 

In Ambrosini scatta una sorta di “furore creativo” e nascono così molti brani per tiorba che in Maiorana trovano l’interprete ideale.

Avvincente è innanzitutto la costruzione architettonica di questo album, poiché i brani contemporanei si inanellano ai modelli del passato in un naturale fluire, a volte completando opere lasciate in sospeso (come avviene in Tastata), a volte reinventando completamente il linguaggio e le sonorità possibili sulla tiorba, grazie all’inserimento progressivo di effetti inauditi, che rendono a tratti irriconoscibile lo strumento originario (si ascolti per esempio l’Arpeggiata, ultimo brano del volume).

In tale percorso immaginario Venezia rappresenta il punto di partenza ma anche il punto di arrivo, un po’ come accade in Dosàna nova, lavoro orchestrale dello stesso Ambrosini, eseguito recentemente a Roma in prima assoluta dall’Orchestra dell’Accademia di S. Cecilia diretta da Antonio Pappano.

Quella che emerge è una Venezia magica e insieme ferita, dal soundscape unico e irripetibile, una città orgogliosa della propria storia e fiduciosa di potere rinascere, nonostante le difficoltà del presente.

Se dunque le improvvisazioni di Kapsberger ci rapiscono in atmosfere auliche, grazie a un linguaggio liberamente imitativo e a tratti descrittivo (si pensi alla Battaglia), languido e insieme esuberante, per Ambrosini i respiri diventano quelli dell’anima (Sarabanda), gli arpeggi si tramutano in strappi del cuore (Toccata), le idee musicali in rigurgiti e frullii interni (Tastata riflessa), domande di senso, singhiozzi e precipizi interiori (Aria), passi notturni e palpiti improvvisi (Canzone), cascate di suoni come onde e voli fugaci (Ricercare). Fino agli ultimi sussulti che si spengono nel silenzio (Arpeggiata), al termine di  un viaggio che ha “saggiato i tasti” per dare forma a urgenze irrefrenabili, aprendo per la tiorba un capitolo completamente nuovo.

I pezzi, tutti manoscritti, saranno pubblicati da Ricordi. Attendiamo di poterla ascoltare dl vivo.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

L’impronta romantica di Dantone

Con l’album Imprinting l’Accademia Bizantina esplora con passo vivace e originale pagine di Schumann e Mendelssohn

Alessandro Rigolli
classica

PODCAST | Early Music Stories #75

Il mistero della vita e della morte nei rituali della antica Bosnia Erzegovina

Paolo Scarnecchia
classica

PODCAST | Early Music Stories #73

La traduzione pianistica in 3D delle suites per violoncello di Bach

Paolo Scarnecchia