Il Systema naturae di Mauro Lanza e Andrea Valle

Prendendo spunto dal sistema di Linneo, i due compositori consegnano la loro affascinante catalogazione di suoni e strumenti bizzarri

Systema naturae andrea valle mauro lanza
Andrea Valle e Mauro Lanza
Disco
classica
Mauro Lanza e Andrea Valle
Systema naturae
Stradivarius
2020

Oltre a essere il titolo di un disco che a ogni ascolto non finisce mai di sorprendere, Systema naturae è anche il risultato di un lavoro lungo e articolato che sancisce una volta di più il fortunato incontro tra i compositori Mauro Lanza e Andrea Valle.

– Leggi anche: Animismo degli oggetti e orchestre elettromeccaniche

Eseguito per la prima volta nel 2018 al Museo di Storia naturale di Berlino, e successivamente ripreso a Milano, Systema naturae trova finalmente posto in un disco per l’etichetta Stradivarius. Prendendo in prestito il titolo dell’opera di Carlo Linneo, il grande botanico che nel corso del Settecento si preoccupò per la prima volta di classificare e riordinare le diverse specie di piante, questo ciclo avvia il corrispettivo musicale in quattro brani, a loro volta suddivisi in tanti brevi pezzi, caratterizzati dallo stravagante accostamento di strumenti tradizionali a una miriade di oggetti meccanici che prendono vita per mezzo di computer.

A ogni pezzo è stato affidato inoltre un nome in latino inventato, alimentando sotto l’impulso della fantasia più sfrenata, quella del gioco, il gusto per la catalogazione che sta alla base di bestiari, erbari e lapidari ironicamente desunti dalla tradizione medievale e qui applicati a enumerare le entità sonore più bizzarre e affascinanti.

– Leggi anche: Sei / ascolti #7: Mauro Lanza

Così Regnum animale vede l’impiego di un trio d'archi al centro di un ammasso di dispositivi elettromeccanici, costruiti con oggetti ed elettrodomestici di uso quotidiano ormai scartati e riciclati come coltelli elettrici, radiosveglie o giradischi. In Regnum vegetabile flauto, oboe e clarinetto si aggiungono al trio d’archi formando un sestetto al quale è contrapposto una linea di trenta asciugacapelli accuratamente modificati. Il flusso d'aria innesca così la risposta di un ensemble di flauti dritti, armoniche e trombe giocattolo per un totale di trenta fantasiosi strumenti. Se Regnum lapideum accoglie strumenti a percussione e a corde pizzicate, Fossilia conclude il ciclo richiamando l’attenzione di tutti e dieci gli strumenti acustici impiegati nei tre pezzi precedenti, suonati dai componenti di mdi ensemble, insieme a tutti i dispositivi elettromeccanici utilizzati.

Il notevole dispiego di forze richiesto da Systema naturae risponde alla sola necessità degli autori di immaginare nuovi suoni, di reinventare gli strumenti e offrire nuova vita agli oggetti comuni, pur sempre nella consapevolezza che questi avrebbero conservato memoria della loro funzione originale. Ne deriva un lavoro intrigante il cui risultato sonoro offre all’ascoltatore un’inedita esperienza uditiva assolutamente da affrontare, sicuramente a più riprese.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

PODCAST | Early Music Stories #49

“L’opera del Re” di Lully splende a Versailles in forma di concerto

Paolo Scarnecchia
classica

PODCAST | Early Music Stories #46

Aria di Natale nel Barocco latino-americano dall’Europa del Nord

Paolo Scarnecchia
classica

PODCAST | Early Music Stories #45

I Concerti grossi di Corelli nel cuore dell’Accademia Bizantina

Paolo Scarnecchia