Beppe Gambetta, un ritorno a Genova

Primo disco da cantautore per Beppe Gambetta, Where the Wind Blows / Dove tia o vento, tra la Liguria e l'America

Beppe Gambetta - Where the Wind Blows / Dove tia o vento
Disco
world
Beppe Gambetta
Where the Wind Blows / Dove tia o vento
Borealis Records
2020

«L’emergenza è lentamente calata su questo nuovo disco. Era partito in un momento spensierato con l’idea del rinnovamento, del fermarsi un attimo a raccontare se stessi dopo una carriera di movimento infinito, del cimentarsi con qualcosa di nuovo e trovare nuovi stimoli. Lentamente il significato del lavoro si è trasformato, è diventato atto di resistenza e risposta dell’arte alle avversità». Parola di Beppe Gambetta, piccolo tesoro nazionale delle sei corde acustica in virtuosistica declinazione flatpicking (ma non solo), che s’è trovato a rinunciare all’edizione del ventennale della sua sempre intensa Acoustic Night al Teatro Nazionale di Genova. A maggio, nelle sere deputate, sciamano per le strade verso il luogo dell'evento centinaia e centinaia di persone. Migliaia nel conto finale delle sere che si ripetono. Alla faccia di chi crede che certa musica sia solo snobistica mania di qualche fissato. L’Acoustic Night 2020 se l’è divorata il Covid 19, ma è risposta sana e giusta rispondere colpo su colpo. 

Leggi anche: Le città della musica per l'Acoustic Night 2019

Ad esempio pubblicando in Italia prima che negli States, dove ormai risiede gran parte del tempo, i brani che avrebbero fatto da ossatura su palco dell’edizione del ventennale. Con molte saporite novità, per questa quattordicesima avventura in studio di Beppe Gambetta. Sappiamo che il chitarrista partito tanti anni fa per gli States con una chitarra acustica e un valigione che conteneva uno dei primi, ingombranti registratori digitali ha sempre voluto interpolare nelle sue vorticose, imprendibili e imprevedibili volate melodiche condotte a colpi radenti di plettro anche citazioni per la sua Genova, quella di Fabrizio De André.

Ora c’è un decisivo passo in avanti. Ecco allora Gambetta per la prima volta splendido e inaspettato autore di testi, cantati quasi con pudore: come nel brano che intitola, in genovese, una ballata che ripercorre con delicatezza e senza ombra di campanilismo pezzi di storia della gente ligure – quella piccola, non gli spocchiosi dominatori dei mari. 

E poi un valzer in punta di plettro e di cuore, un inno a essere convinti delle proprie ragioni in tempo quasi da marcia ("Fighting While We Can") e un inizio da lacrime con una canzone che mette assieme tutto, ma proprio tutto nella vita di chi è “de lungu in gìu”, sempre a correre di qua e di là, per usare le parole in genovese di un suo amico musicista, Paolo Bonfanti.

Si aggiunga ancora che per la prima volta Gambetta lo sentirete anche alla chitarra elettrica, che a dargli manforte ci sono due musicisti impeccabili come il bassista Rusty Holloway e il percussionista Joe Bonadio, e che, forse, la migliore definizione di se stesso Gambetta la dà con queste parole: «C’è l’esigenza di produrre bellezza con i pochi mezzi del mondo indipendente, come nei piccoli circhi dove il bigliettaio fa anche il clown e il domatore di coccodrilli e vende zucchero filato nell’intervallo. Il mio percorso è iniziato come chitarrista acustico innamorato della musica americana, con il tempo sono nati il viaggiatore, il ricercatore, il cantante, l’arrangiatore, il tecnico del suono, il produttore di spettacoli, l’insegnante e oggi il chitarrista elettrico e il cantautore». Dove ti porta il vento. A saperlo governare. 

 

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