Spaccamonti, la chitarra dai Black Sabbath a Colin Stetson

Intervista a Paolo Spaccamonti, che suonerà il 4 aprile per l'anteprima di Jazz Is Dead! a Torino

Paolo Spaccamonti
Paolo Spaccamonti (foto di Vittorio Catti)
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Dopo un paio d’anni Paolo Spaccamonti, chitarrista torinese, torna a esibirsi in città (o quasi) come solista: sarà lui infatti ad aprire l’esibizione del sassofonista originario del Michigan ma residente da anni a Montréal Colin Stetson giovedì 4 aprile al Circolo della Musica di Rivoli, anteprima della rassegna Jazz is Dead, di scena dal 24 al 26 maggio all’ex-Cimitero di San Pietro in Vincoli a torino. È l’occasione giusta per una chiacchierata di fronte a qualche piatto della cucina dell’entroterra ligure.

Colin Stetson e il sax di oggi

«Il disco nuovo è pronto». Neanche il tempo di cominciare e una domanda è già bruciata. «Dovrebbe uscire a settembre. Ho scelto di aspettare un po’ per evitare il rischio della sovraesposizione: in fin dei conti CNL con Joachim Arbeit (ne abbiamo parlato qui) è uscito giusto un anno fa e da poco ho realizzato con Tax Farano un EP per il compleanno di Marco Mathieu. Quando l’ho finito mi sono reso conto di averlo suonato da solo, senza coinvolgere altri musicisti, come invece avevo fatto in passato. Non è stata una cosa pianificata, è successa e comunque sono soddisfatto del risultato. È il mio quarto album, s’intitola Volume 4, un omaggio ai Black Sabbath».

I Black Sabbath?

«Sì, devi sapere che ho cominciato a suonare la chitarra guardando i video dei Black Sabbath e degli AC/DC; avevo quindici anni e i miei genitori non erano molto contenti, pensa che mio padre gli AC/DC li chiamava ABC. Togliti pure quell’espressione dal volto, tu non sai quanti chitarristi arrivano dall’hard rock. Da anni faccio cose diverse ma il metal per me ha continuato a esserci, anzi, adesso che ho quarant’anni, sta di nuovo tornando in maniera pesante».

Suonare da solo è stata una scelta o una necessità perché non vai d’accordo con nessuno?

«È capitato [ride]. In passato ho fatto parte di gruppi ma conciliare più personalità si è rivelato impossibile. Sono anni ormai che ho fatto questa scelta solistica, però, come sai, sono sempre stato aperto a collaborazioni».

A questo proposito, come sono avvenute?

«Per caso, come è successo con Arbeit, oppure perché c’era reciproca stima, com’è successo con Riccardo Sinigallia e con Emidio Clementi dei Massimo Volume, con cui registrerò il reading fatto lo scorso novembre e incentrato sulle testimonianze di ex-pazienti del manicomio di Collegno».

Riesci a vivere con la musica? Com'è andata con CLN?

«Visto che me lo chiedi, non ho assolutamente idea di quanto abbia venduto CLN: mentre lo registravamo, avevamo ben chiaro che non avremmo mai fatto un tour a supporto del disco. In realtà una data l’abbiamo fatta, a Chiasso, è andata bene ma è finita lì. Oggi se non fai i tour hai difficoltà a far conoscere i tuoi prodotti e di conseguenza ad arrivare a un pubblico più vasto. Non riesco a vivere solo con la musica e quindi da anni ho un lavoro part time presso un centro diurno per ragazzi disabili: è un lavoro che mi piace e che comunque mi consente di svolgere con una certa flessibilità l’attività di musicista».

«Sembra una frase da fenomeno ma non sono un fan della chitarra».

«Per quanto riguarda il disco con Tax, ti posso dire che le cinquecento copie che abbiamo stampato sono quasi finite, mentre non sono in grado di darti i dati relativi ai download. L’idea era veramente quella di realizzare un regalo di compleanno, coinvolgendo a vario titolo amici nella realizzazione del disco e nella diffusione della notizia; ci piaceva questa idea del giro di amici. Il ricavato delle vendite era destinato a fornire un aiuto materiale alla famiglia di Marco ma ci tengo a far sapere che sua sorella Patrizia ha preferito, con grande generosità, che Tax e io scegliessimo un’organizzazione a cui devolvere questi soldi, cosa che stiamo facendo proprio in questi giorni». 

Siamo in chiusura: cosa dobbiamo aspettarci giovedì sera?

«Suonerò in anteprima alcuni brani del disco nuovo insieme a qualche classico del mio repertorio. L’obiettivo è quello di aprire degnamente per il concerto di Stetson, artista che seguo da anni e che ammiro tantissimo, un autentico fuoriclasse, uno che vanta collaborazioni con Tom Waits, Bon Iver, Animal Collective e Arcade Fire, solo per citarne alcune. Non l’ho mai visto dal vivo: giovedì sarà la prima volta e suonerò prima di lui. Dai, non male, vero?».

Spaccamonti e Arbeit in piazza CLN

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