Un anno fa il presidente francese Emmanuel Macron aveva detto di volere un grande evento internazionale dedicato alla musica, simile alle Fashion Week, una vetrina d’eccellenza mondiale del settore musicale come lo è Parigi, appunto, per la moda oppure Cannes per il cinema. Una settimana da fare culminare il 21 giugno, giorno della Festa della Musica.
Si è svolta cosi nei giorni scorsi la prima France Music Week, con la Ministra della Cultura Rachida Dati che ha incaricato del coordinamento dell’evento il Centre National de la Musique e con un budget totale di 7 milioni di euro. Eventi in tutta la Francia, ma momento clou a Parigi dove sono stati invitati i rappresentanti dell'industria musicale mondiale in un Summit che si è tenuto all’Opéra Garnier e che si è concluso con un ricevimento nei giardini del Palazzo dell'Eliseo alla presenza del presidente Macron. Una Settimana che è stata lanciata però proprio quando tutta la cultura in Francia sta subendo tagli di bilancio senza precedenti, quindi accolta con qualche malumore.
Tra gli invitati al Summit dell’Opéra Garnier, le piattaforme musicali YouTube, Spotify e Deezer, le etichette discografiche Warner Music, Universal Music France, il distributore Believe, il gigante dell'intrattenimento dal vivo Live Nation che produce gli spettacoli di Beyoncé, la Società degli autori, compositori ed editori musicali (SACEM) – fondata nel 1851 per la gestione dei diritti d'autore – e la Federazione Internazionale dell'Industria Fonografica (IFPI). Il clima è stato molto ottimistico. Lisa Yang, analista della banca americana Goldman Sachs e autrice di un recente report sull'industria musicale globale, "Music in the Air", ha evidenziato come nel 2024 l'industria musicale ha raggiunto un fatturato record di 29,6 miliardi di dollari (27,2 miliardi di euro), con un aumento del +4,8%. Di tale trend positivo si sono avvantaggiati, ha sottolineato la Yang, anche gli artisti locali non anglofoni che si stanno guadagnando quote di mercato. Lo streaming permette a qualsiasi artista di esistere sul web, con una democratizzazione dell’accesso al mercato, tuttavia questo non implica necessariamente uno sviluppo di carriera all'altezza delle aspettative. Da non trascurare il peso crescente dei mercati emergenti: Asia, America Latina e Africa. La scena musicale è ormai globale, ma globalizzazione non fa rima con standardizzazione perché in tutto il mondo sono le produzioni locali, radicate in una cultura, una lingua e un immaginario collettivo, a guidare la crescita del mercato.

In questo trend di crescita, è in aumento pure l’uso dell’Intelligenza Artificiale generativa. Alexis Lanternier, CEO della piattaforma di streaming Deezer, ha annunciato che i brani generati dall'IA verranno d’ora in poi identificati come tali. Secondo la piattaforma, circa il 18% della musica caricata ogni giorno – oltre 20.000 brani – è interamente generato da IA, privando così alcuni artisti di remunerazione. Lo sviluppo tecnologico è in corso, non si torna indietro, ma bisogna regolamentarlo, è la richiesta di tutti. «Come in molti altri settori, l'ascesa dell'Intelligenza Artificiale generativa ha il potenziale per trasformare significativamente l'industria musicale – aveva osservato prima Lisa Yang –. Accelera e riduce i costi di creazione e produzione dei contenuti, ma la sfida principale è la protezione del diritto d'autore e la potenziale perdita di fatturato per i creatori umani». Le principali case discografiche stanno attualmente negoziando con le aziende di IA accordi di licenza per regolamentare e compensare l'utilizzo delle opere. Quella del diritto d'autore, Cécile Rap-Veber, CEO di SACEM, l’ha definita “la madre di tutte le battaglie” chiarendo che «qualsiasi creazione che utilizzi l'intelligenza artificiale generativa non è soggetta a copyright o diritti connessi».
Nel pomeriggio, il Presidente Emmanuel Macron, rivolgendosi ai partecipanti nei giardini dell'Eliseo, ha ribadito che la Francia sarà in prima linea nel difendere il diritto d’autore così come la diversità nella produzione musicale. In Francia a fine maggio, un collettivo di quasi 450 artisti e operatori del settore ha chiesto l'attuazione di un piano di salvaguardia contro l'IA. Nel suo discorso di apertura del Summit, il Ministro della Cultura Rachida Dati aveva pure sottolineato l’importanza della diversità culturale, elogiando lo sviluppo delle piattaforme e dei loro strumenti per remunerare gli artisti, ma ricordando anche l'apertura, all'inizio di giugno, delle consultazioni tra i fornitori di IA e i titolari dei diritti. Da parte sua, il gigante americano dello streaming Spotify, pioniere nell'uso dell'IA, ha sostenuto una «possibile coesistenza tra musica proveniente da diversi processi creativi». «Molti artisti vogliono usare l'IA – ha affermato Dustee Jenkins di Spotify –. Si tratta oltretutto anche di capire cosa il consumatore vuole ascoltare». Invitati a parlare al Summit anche due artisti, Camille e Clément Ducol, vincitori del premio Oscar per la colonna sonora del film Emilia Pérez di Jacques Audiard, che hanno confermato le preoccupazioni dei colleghi per le nuove forme di creazione e distribuzione.

Il discorso di chiusura del Summit della France Music Week è stato pronunciato da Jean-Baptiste Gourdin, Presidente del Centre National de la Musique: «La nostra convinzione è che l'esecuzione dal vivo e la musica registrata siano due facce della stessa medaglia. Che la musica abbia bisogno del potere d'investimento delle grandi aziende internazionali tanto quanto della creatività e dell'audacia degli operatori indipendenti e locali. Le vostre discussioni lo hanno ampiamente dimostrato: quello della musica è un ecosistema, in cui i destini sono legati, in cui i cambiamenti di alcuni hanno un impatto immediato sugli altri».
Un momento specifico è stato anche previsto per valorizzare le donne della musica, “100 Femmes de Musique” promosso da Bérénice Ravache, vicedirettrice generale del Centre National de la Musique, presso il prestigioso spazio WE ARE di Parigi, a due passi dall’Eliseo: un aperitivo che ha riunito cento professioniste, dalle addette alle produzioni o ai festival, all’editoria musicale, alla stampa e ai sindacati. Invitata d’onore l’attrice, regista, sceneggiatrice e direttrice teatrale francese Zabou Breitman, vincitrice di un Premio César come Miglior Opera Prima per La memoria delle cose belle, oltre a quattro Molière.
Gli artisti non hanno mai avuto così tanti strumenti per creare e distribuire musica. I formati stanno cambiando. Il percorso dall'emergere alla fama non segue più gli schemi tradizionali. Bisogna inventare modelli sostenibili ed equilibrati. In futuro i fan potranno anche parteciperanno attivamente alla creazione di contenuti evolvendosi da semplici consumatori a “prosumer”, produttori-consumatori che creano direttamente contenuti, ed anche in questo caso «i diritti dei creatori originali devono essere fortemente tutelati». Il Summit è stato preceduto da due giorni di confronto sulle nuove tecnologie, gli "International Exchange Days”, presso la Maison de la Radio et de la Musique di Parigi dove si sono tenuti anche concerti di presentazione di nuove creazioni francesi di musica classica, jazz e contemporanea. La France Music Week fa anche parte; infatti, della strategia a lungo termine della Francia per la promozione della cultura e della lingua francese nel mondo.