Laus Polyphoniae è vita

Parla il direttore artistico Bart Demuyt

Huelgas Ensemble (Foto Luk Van Eeckhout)
Huelgas Ensemble (Foto Luk Van Eeckhout)
Articolo
classica

Il programma di questa edizione di Laus Polyphoniae, il festival di musica antica di Anversa che si svolgerà dal 19 al 28 agosto, era stato concepito per l’estate del 2020, ma reso impossibile a causa della pandemia venne allora sostituito da una versione speciale online, e rimandato di due anni per lasciare spazio alla celebrazione del quinto centenario della morte di Josquin, al quale è stata dedicata l’edizione ibrida del 2021.

Il programma delineato già nel corso del 2019 prende ora forma come una metafora racchiusa nel titolo Polyphony of life, che è anche quello della conversazione che si svolgerà il 24 agosto nella sede di Amuz, l’ente che organizza il Festival e che ha la sua sede e il suo auditorium nell’edificio della Chiesa di Sant’Agostino.

Il Festival sarà inaugurato nella Chiesa di San Paolo con il concerto di due formazioni vocali, Contrapunctus e Choir of The Queen’s College Oxford, unite per interpretare uno dei gioielli della musica sacra britannica, la Missa Gloria tibi Trinitas di John Taverner.

La collaborazione tra ensemble diversi per la realizzazione di una parte dei concerti sembra la cifra di questa edizione: Cappella Pratensis, Alamire e Oltremontano saranno impegnati per evocare attraverso le musiche di autori diversi lo storico incontro tra i re di Francia e Inghilterra, Francesco I ed Enrico VIII avvenuto nel 1520 nel cosiddetto Campo del drappo d’oro, la piana delle Fiandre dove fra tornei e banchetti si esibirono le rispettive cappelle musicali; InAlto e Cappella Mariana  eseguiranno musiche tardo rinascimentali legate alla corte imperiale di Praga; B-Five e InVocare si riuniranno per eseguire musiche di William Byrd; e Pluto-ensemble e Hathor Consort presenteranno le musiche del compositore inglese contemporaneo di Monteverdi che italianizzò il proprio nome in Giovanni Coprario.

Altrettanto interessanti appaiono i concerti dei singoli ensemble tra i quali segnaliamo l’esecuzione della Missa prolationum di Ockeghem del quartetto vocale L’Ultima Parola; il ritratto musicale di Johannes Ciconia che sarà presentato da La Fonte Musica; le polifonie di tre compositori poco noti che furono al servizio del re di Spagna Filippo II che verranno eseguite da La Grande Chapelle; le composizioni di Caspar Othmayr proposte dal Dryades Consort; la Missa Wolauff Gesell, von hinnen di Heinrich Isaac che l’ensemble vocale Cinquecento dopo l’incisione discografica del 2021 presenterà per la prima volta in concerto; e i contrappunti per consort di viole di autori prevalentemente inglesi proposti da L’Achéron.

Ma il posto d’onore nel programma di questa edizione è riservato a Paul van Nevel e al suo Huelgas Ensemble (che ha da poco festeggiato il giubileo), una presenza stabile nella programmazione annuale del Festival e che in questa nuova edizione nella giornata di sabato 27 agosto presenterà tre diversi concerti intitolati Contrapunctus I, II e III  eseguiti in tre luoghi distinti. Questo vero e proprio tour de force sarà una interessante full immersion tesa a mostrare l’arte della elaborazione contrappuntistica costruita su tre diversi canti fermi: “ut, re, mi fa sol, la”, “Ave Maris stella” e “O florens rosa” che ispirarono messe e mottetti dei principali compositori attivi tra il XV e il XVI secolo.

In questa breve intervista Bart Demuyt, direttore artistico di Laus Polyphoniae, commenta alcuni aspetti di questa nuova edizione.

«Credo che sia un edizione importante, anche perché la polifonia è la matrice della nostra tradizione storica, e il nostro lavoro è il risultato di molti anni di ricerca. Anche in questo caso abbiamo cercato di lavorare con il mondo scientifico, anche perché sappiamo che non si tratta di musica facilissima, e per noi è importante essere sempre al corrente delle ricerche, scoperte e analisi che ci aiutano a comprendere e a presentare nel miglior modo possibile queste composizioni.Penso che si tratti di un passo avanti nella direzione del cercare di proporre anche una dimensione didattica di quello che veramente è la polifonia. Uno dei concerti serali sarà dedicato alla Missa Prolationum di Ockeghem, e durante il concerto le quattro voci dell’ensemble L’Ultima Parola si alterneranno a turno per far sentire passo dopo passo la struttura delle singole parti per poi intonarle tutte insieme facendo comprendere la trama contrappuntistica.Il contrappunto è paragonabile alle trame dei tessuti, e per certi versi alla vita stessa, ed è per questo ad esempio che ci sarà un concerto del Tiburtina Ensemble associato alle immagini della fotografa Lieve Blancquaert, che ritraggono i riti di passaggio, dalla nascita alla morte, del mondo femminile. Continuare a scavare nelle composizioni e portare il pubblico a conoscerle ed apprezzarle è il nostro obiettivo.Il festival sarà inaugurato da un concerto puramente vocale e si concluderà con un concerto puramente strumentale, che sarà eseguito con riproduzioni di strumenti storici strettamente legati al repertorio selezionato. Mi sembra importante che costruttori di strumenti, musicisti e musicologi collaborino  alla ricerca del perfetto bilanciamento dei timbri e dei piani sonori per arrivare ad una prassi storicamente informata il più accurata possibile».

In conclusione va ricordato che come ogni anno a partire dal 2010, all’interno del programma è inserita anche la International Young Artists Presentation, realizzata in collaborazione con Musica Impulscentrum, una rassegna dedicata ai talenti emergenti di giovani ensemble. I sei gruppi selezionati per questa edizione sono Brezza, PassiSparsi, Anacronía, Giesta, Parnassus Quartet, e Flutes & Frets Duo, che dopo il lavoro preparatorio svolto ad Anversa a ridosso del Festival con i coach Raquel Andueza e Robert Hollingworth, si presenteranno con i loro brevi concerti al pubblico del Festival, con la speranza di entrare a pieno titolo nella fucina della rete di manifestazioni e stagioni dedicate alla musica antica.

Il programma completo del Festival, realizzato in collaborazione con la Fondazione Alamire è presente sul sito di Amuz.

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