Un'insostenibile leggerezza

"Mother Earth", il nuovo progetto di Nicole Mitchell, debutta al Teatro Manzoni

Foto Roberto Cifarelli
Foto Roberto Cifarelli
Recensione
jazz
Aperitivo in Concerto Milano
16 Dicembre 2012
Uno sguardo costantemente rivolto verso l'universo femminile, verso quelle donne - Harriet Tubman, Alice Coltrane, Michelle Obama, Octavia Butler - che grazie al loro carisma, alle loro idee e alle loro opere sono diventate simboli della cultura afroamericana, e non solo. Ora lo sguardo si alza, l'orizzonte si fa più ampio e l'attenzione si rivolge verso la femmina-madre per eccellenza: la Terra. Ed è alla Terra, intesa come natura, che è dedicato l'ultimo progetto della flautista e compositrice Nicole Mitchell, [i]Mother Earth[/i], presentato in prima assoluta al Teatro Manzoni di Milano. Una lunga suite che cerca di rappresentare i sentimenti dell'uomo di fronte alla natura, la calma trasmessa dall'acqua, elemento dal quale tutti proveniamo, (nel brano "Water"), lo stupore di fronte ad un cielo stellato ("Galaxy Above"), o la paura atavica di ritrovarsi di notte, soli, in mezzo ad un bosco ("Beast of the Night"). Per mettere in musica queste emozioni si è scelto un organico ampio e variegato, contraddistinto dalla presenza dei timbri delicati del violoncello, del vibrafono e della kora, ai quali si affianca il flauto della Mitchell, suonato con leggerezza e grazia tutte femminili. Una serie di grandi quadri, immagini di un mondo antico, premoderno, suggerite da un ampio ricorso ad elementi africani, poliritmie, temi elementari, semplicità armonica. Ma a volte questa insistenza sulla leggerezza rischia di non lasciare spazio ad approfondimenti e sviluppi; gli arrangiamenti, forse troppo essenziali, non riescono a mettere in luce la scrittura e il pensiero compositivo della Mitchell e i brani spesso si concentrano sulle capacità solistiche dei musicisti. Un concerto forse non memorabile, ma un'ottima prova per le grandi personalità coinvolte, tutte in grande spolvero.

Interpreti: Nicole Mitchell: flauto, voce; Mankwe Ndosi: voce; Jason Palmer: tromba; Pasquale Mirra: vibrafono; Ballaké Sissoko: kora; Tomeka Reid: violoncello; Silvia Bolognesi: contrabbasso; Hamid Drake: batteria, percussioni

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