Una gioiosa maratona folk, tra musica e ballo
A Ravenna Festival un trascinante viaggio tra Appennino, Francia e Salento
Un trascinante caleidoscopio di note, ritmi e danze ha animato per quasi cinque ore gli spazi all’aperto del Palazzo San Giacomo di Russi, fascinosa cornice che ha ospitato sabato scorso “La lunga notte del Balfolk”, appuntamento del variegato cartellone del Ravenna Festival dedicato alla musica di tradizione popolare. Una vera e propria maratona che ha visto in primo piano due ideali protagonisti: da un lato le formazioni musicali che si sono avvicendate sul palcoscenico in un percorso tra Appennino, Francia e Salento, dall’altro lato il pubblico che, in un crescendo di partecipazione, ha popolato il grande prato di fronte al palco animandolo con una varietà di danze che alternavano balli di coppia e coreografie collettive, seguendo le variazioni tra ritmi differenti e diversi territori tratteggiate dall’offerta musicale.
Un viaggio condiviso e collettivo, anticipato nel pomeriggio da un partecipato workshop di Balfolk tenuto da Elena Spotti affiancata da Walter Rizzo alla cornamusa e ghironda e avviato ad inizio di serata da Stefano Valla (piffero e voce) e Daniele Scurati (fisarmonica e voce). Musicisti, questi, che ci hanno accompagnati nella tradizione coltivata in quella parte di Appennino che abbraccia le cosiddette “quattro province”, vale a dire un territorio che unisce le zone del genovese, pavese, alessandrino e piacentino. Una sequenza di giri di danza e melodie popolari dal sapore famigliare, arricchite dagli interventi delle cornamuse di Fabio Rinaudo.
Con il sole che iniziava ad allungare le ombre sul prato sono saliti su palcoscenico Michel Esbelin (cabrette) e Tiennet Simonnin (accordéon), un duo impegnato a portarci per mano nella Francia della regione centrale dell’Alvernia, terra di vaste foreste, vulcani spenti e sorgenti naturali che hanno favorito lo sviluppo di città termali come la nota Vichy. Un territorio dove la tradizione popolare si nutre di danze quali, tra le altre, la Bourrée d'Auvergne e che hanno ritrovato nell’intesa tra Esbelin e Simonnin una testimonianza decisamente coinvolgente.
Un dato poi avvalorato anche dal trascinante virtuosismo offerto da due musicisti come Erwan Hamon (bombarda e flauto) e Janick Martin (accordion), esponenti della tradizione bretone capaci di evocare le atmosfere popolari che abitano la penisola della Francia nord-occidentale che si estende tra la Manica e l'Oceano Atlantico. Impegnati anche di altre differenti formazioni strumentali – tra le quali ricordiamo il progetto con la cantante tradizionale Annie Ebrel e l’Orchestre National de Bretagne, oltre un affermato quintetto – Hamon e Martin hanno saputo coinvolgere il pubblico con il loro serrato dialogo a due in un crescendo di scambi ritmico-melodici profumati di ascendenze celtiche.
L’avvento del coinvolgente gruppo Ciac Boum – Christian Pacher al violino e voce, Julien Padovani all’accordéon e Alban Pacher al violino – ci ha poi condotti un poco più a sud, nell’antica regione francese del Poitou, attraverso la vivace energia di un passo musicale che ha saputo alternare con dinamica varietà i diversi ritmi di danze quali Bal limousine, Bourrée, Polka e Valse in un crescendo che ha letteralmente trascinato il pubblico a ballare sempre più numeroso sotto il palco.
Una partecipazione che ha registrato il suo apice con il Canzoniere Grecanico Salentino guidato da Mauro Durante (voce, percussioni, violino), con Alessia Tondo (voce), Silvia Perrone (danza), Giulio Bianco (zampogna, armonica, flauti e fiati popolari, basso), Massimiliano Morabito (organetto), Emanuele Licci (voce, chitarra, bouzouki), Giancarlo Paglialunga (voce, tamburieddhu, percussioni) e la cura del suono di Francesco Aiello. Una formazione tra le più rilevanti e consolidate del panorama della musica popolare del nostro Paese, che in questa occasione ha restituito tutta la vivace creatività di un repertorio musicale che alternava la trascinante e vorticosa energia di segno più tradizionale tra pizzica e taranta a oasi animate da una creatività più variegata. Una proposta musicale dalla cadenza serrata e dai colori espressivi variegati, ora tratta dal recente album Meridiana – con brani quali, tra gli altri, “Balla Nina” o “Stornello alla memoria” – ora rievocanti significative collaborazioni come quella con Erri De Luca per il brano “Sola andata” di una decina di anni fa, fino ad arrivare alle intense interpretazioni di melodie tradizionali come “Bella ci dormi” o ancora di un brano come “Respiri”, con la voce di Alessia Tondo in primo piano.
L’entusiasmo di un pubblico coinvolto e inesausto ha accompagnato tutta la serata, chiudendo tra gli applausi questa lunga maratona dedicata al ballo e alla musica folk al di qua e al di là delle Alpi.
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