Un percorso iniziatico verso l’illuminazione

Un allestimento discutibile per una splendida opera resa con maestria dal direttore Kazushi Ono

Recensione
classica
Opéra National de Paris
Karol Szymanowski
18 Giugno 2009
Il 2 Luglio 2009 si è svolta al Opera Bastille di Parigi l’ultima delle sette recite di Il Re Ruggero del compositore polacco Karol Szymanowski, ultima produzione del sovrintendente Gérard Mortier prima della sua partenza al Teatro Real di Madrid. Dall'anno 1996, quando i parigini scoprirono le bellezze della musica di questa opera nella versione da concerto nel Théâtre des Champs Elysées, si aspettava la creazione in Francia di una versione scenica di questo capolavoro. E stato un bel regalo d’addio di Mortier, sovrintendente spesso controverso, ma che ha saputo anche e sopratutto diversificare ed amplificare il pubblico d’opera a Parigi. Per scoprire una opera sconosciuta, misteriosa e difficile, creata a Varsavia nel 1926, il pubblico è venuto in massa al teatro (quasi tutti i posti esauriti). Purtroppo l’allestimento del regista polacco Krzysztof Warlikowski troppo prosaico e aneddotico non riesce a rivelare la poesia e l’attualità di quest’inno solare alla vita e all’amore, la cui risonanza è forte oggi ancora in un mondo che deve lottare contro tanto dogmatismo e tanto oscurantismo imperanti. Si pensa al romanticismo europeo, a Nietzsche e Thomas Mann e anche al più contemporaneo Pasolini. È un rituale notturno che finisce al sorgere del sole (ultima parola dell’opera). Nella nostra ricerca di trascendenza e d’amore ci vuole a volta un intruso, come Tadzio in Morte a Venezia o il Giovane in Teorema, per rimettere in discussione le nostre certezze fino ad arrivare all’illuminazione finale. L’intruso è, qua, un giovane pastore che percorre la Sicilia invocando un Dio, la cui filosofia d’amore e di piacere convince sempre più discepoli, come la stessa Roxana, sposa del Re di Sicilia. Il bel giovane seduce il Re e lo convince a diventare anche lui pellegrino (come quelli “pellegrini d’eternità” di Byron) fino al canto solitario finale quando offre il suo cuore al sole. Seguirà anche lui il pastore? La questione rimane senza risposta. È un guaio che l’allestimento e la messa in scena tolgano tutta la grandezza all’opera e facciano di questo percorso esoterico e misterioso uno spettacolo totalmente astruso. Sembra svolgersi in una palestra o una piscina nella quale perfino Disneyworld irrompe nel ultimo atto! Il film presentato nella prima scena (bello affresco corale con il meraviglioso coro dell’Opera) fa riferimento a Woodstock, a Joe D'Alessandro e il film Flesh. Ma quella trasposizione negli anni 60 non funziona proprio dall’inizio: Il Pastore vestito da hippy è assolutamente fuori luogo e la coppia Roger-Roxana diventa, a sua volta, una coppia di borghesi moraviani. Felicemente ad onta di tale allestimento, la musica ed il canto risuonano splendidi. Il direttore Kazushi Ono capisce a fondo lo spartito di Szymanovski, la cui forte personalità si nutre di Strauss, Shreker ed anche di Debussy Ravel e Roussel. Ono dirige con grandezza e lirismo una splendida Orchestra dell’Opera di Parigi (trasparente e compatta in tutti i settori). L’elenco è impressionante: Jadwiga Rappe e Wojtek Smylek (diacona e arcivescovo), Stefan Margita, con forza drammatica ed una voce sonora e sicura (consigliere Edrisi), Olga Pasichnyk che canta il ruolo di Roxana carica di passione e con deliziosi pianissimi. Quanto a Eric Cutler che canta il ruolo pericolosamente acuto del Pastore è probabilmente il miglior esponente di questo ruolo, attualmente, con una bella voce capace di cantare tutte le sfumature (splendidi i pianissimi) scritte per Szymanowski. Marius Kwiecien è un Re Ruggero impressionante, ottimo attore e baritono eccezionale per un ruolo schiacciante. La sua voce, oltre ad avere un robusto, rotundo suono, è insolitamente flessibile. Ha avuto un clamoroso successo come tutti i cantanti ed il Maestro Ono. Invece, fischi e “buu” hanno accolto il regista Warkilowski al suo ingresso in buca dopo la recita. Tuttavia ci vuole, prima di tutto, salutare la scommessa (la sfida?) di Mortier e la sua vittoria: un teatro piano ed un pubblico commosso ed appassionato per l’opera di Szymanowski.

Note: rappresentata in lingua polacca. Nuovo allestimento

Interpreti: King Roger II Mariusz Kwiecien (les 18, 20, 23, 28 juin et 2 juillet) / Scott Hendricks (les 25 et 30 juin) Roxana Olga Pasichnyk Edrisi Stefan Margita The Shepherd Eric Cutler The Archbishop Wojtek Smilek An Abbess Jadwiga Rappe

Regia: Krzysztof Warlikowski

Scene: Malgorzata Szczesniak

Costumi: Malgorzata Szczesniak

Coreografo: Saar Magal

Orchestra: Orchestra dell'Opéra national de Paris

Direttore: Kazushi Ono

Coro: Coro dell'Opéra national de Paris

Maestro Coro: Winfried Maczewski

Luci: Felice Ross

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