Un Orfeo molto viennese

Splendide voci e una regia che allude a Vienna, città della prima esecuzione assoluta.

foto Armin Bardel
foto Armin Bardel
Recensione
classica
Theater an der Wien Vienna
Christoph Willibald Gluck
16 Ottobre 2008
Il Theater an der Wien ha scelto di allestire la versione viennese dell’Orfeo di Gluck, e nel farlo, regia e scenografia hanno depurato il mito da tutti i cliscée pastorali e lo hanno sommerso in una dimensione simbolica indissolubilmente legata a Vienna, città in cui l’opera fu eseguita per la prima volta. La scena rappresenta infatti esplicitamente la sala dorata del Musikverein cittadino. Nel condurre la storia su binari paralleli a quelli di una mitologia arcadica, questo allestimento chiama in causa niente meno che il "musicale": la tomba in cui viene chiusa Euridice è un clavicembalo e negli inferi, invece di corpi umani, si ammassano macerie di custodie accastate di violini. E per finire, un metronomo sul palco scandisce fino al suo esaurisri il tempo dell'amore. Sono scelte suggestive, visto che la musica e i suoi poteri sono temi centrali di questa azione teatrale. Anche l’idea di sostituire i balletti con sequenze mimate di protagonisti e coro, che oltre a cantare in maniera ineccepibile diventa portarore del procedere drammatico, rende i novanta minuti della rappresentazione densi e avvincenti. In questo aiuta sicuramente la condotta orchestrale di Jacobs, asciutta e piena di spazi e respiri, volta a carpire la trasparenza dei registri orchestrali come uno dei momenti fondamentali di rottura di questa partitura. Splendido il trio dei cantanti: Sunhae Im è un Amore giocoso e leggero, di buona presenza scenica, ma la voce è debole ed esile e non sempre armonizza con le vette intense e drammatiche di Metha, che non cade mai, come spesso accade ai contratenori, in artifici stucchevoli. L’Euridice di Persson è classe a sé: timbro pastoso, rotondo, denso, duttile. Raramente un pianissimo sa riempire di tale aurea un teatro e lasciare il pubblico a fiato sospeso.

Interpreti: Orfeo Bejun Mehta Euridice Miah Persson Amore Sunhae Im

Regia: Stephen Lawless

Scene: Benoît Dugardyn

Costumi: Sue Willmington

Orchestra: Freiburger Barockorchester

Direttore: René Jacobs

Coro: Arnold Schoenberg Chor

Maestro Coro: Erwin Ortner

Luci: Patricia Collins

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