Un lieto fine mancato

Il Furioso all'isola di San Domingo, grande successo donizettiano per tutto l'800, dopo alcune riprese moderne abbondantemente tagliate, viene riproposto al MiR, finalmente in un'edizione attendibile. La messa in scena, che nonostante il caloroso successo suscita qualche perplessità nel pubblico, punta sull'immagine permanente della casa di cura per malati mentali e sull'inaspettato finale, che relativizza al massimo grado il concetto di follia.

Recensione
classica
Musiktheater-im-Revier Gelsenkirchen
Gaetano Donizetti
02 Settembre 2006
"Isola di S. Domingo, Sanatorio": l'indirizzo è posto su una cortina che separa il proscenio dall'interno di un ospedale psichiatrico. Il regista Andreas Baesler, nel riportare alla luce l'ìopera semiseria oggi dimenticata, compie una scelta del tutto congruente. Cardenio, il folle per amore, è ricoverato insieme ai suoi compagni - nel libretto i coloni dell'isola - la cui follia è una forma di regressione infantile. Fra essi si trova Kaidama, non più prevedibile servo moro, come nel libretto. Bartolomeo diviene uno psichiatra pronto a usare l'elettroshock; freddamente egli osserva l'interazione comportamentale tra Kaidama e il furioso. Fernando, fratello di Cardenio, è qui trasformato nel seduttore di Eleonora. E' lui a portare con sé le pistole con cui il furioso propone all'amata di togliersi insieme la vita. Sorprendente il capovolgimento finale: non la riconciliazione tra i due amanti, ma la loro separazione. Cardenio, guarito, viene dimesso, l'esplosione di gioia della protagonista si trasforma in una scena di pazzia, la cortina cala nuovamente e Eleonora resta rinchiusa nel sanatorio. Solo le qualità belcantistiche di Hrachuhí Bassénz, impeccabile nelle colorature, rendono questo ribaltamento registico convincente. Jee-Hyun Kim dà il massimo nelle mezze voci richieste dall'impervio ruolo di Cardenio, incorrendo talvolta in un'emissione eterogenea e in un'intonazione insicura; ma il personaggio emerge egualmente. L'orchestra diretta da Cosima Osthoff avrebbe necessitato maggiore ricchezza timbrica e più flessibilità di fraseggio. Sicure le prestazioni di Nicolai Karnolsky (Bartolomeo), Deanne Wells (Marcella), e Melih Tepretmez (Kaidama), dalle notevoli qualità sceniche; davvero lodevole la linea di canto del tenore lirico-leggero Sergio Blasquez (Fernando).

Note: Nuovo allestimento

Interpreti: Cardenio: Jee-Hyun Kim; Eleonora Hrachuhí Bassénz / Claudia Braun; Fernando: Sergio Blazquez; Bartolomeo: Nicolai Karnolsky; Marcella: Melih Tepretmez

Regia: Andreas Baesler

Scene: Harald Thor

Costumi: Ulli Kremer

Direttore: Cosima Sophia Osthoff

Maestro Coro: Nandor Ronay

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