Un dramma lirico su erranza e sacrificio

Accoglienza positiva al Massimo palermitano per The Greek Passion

Recensione
classica
Teatro Massimo Palermo
Martinu
08 Maggio 2011
Un'ampia struttura cubiforme, ruotante e suddivisa a vista in vani comunicanti, invade buona parte del palco, ospitando gli abitanti - stanziali e borghesi - di una cittadina greca; non praticano quegli spazi i profughi di un'altra cittadina, nomadi e tragicamente sradicati. Il dramma dell'erranza s'interseca, in questa Greek Passion (penultimo e postumo titolo teatrale di Martinu, tratto da un lungo romanzo di Kazantzakis, presentato a Palermo in prima italiana nella sua prima versione ricostruita, con la regia di Damiano Michieletto), con una rilettura cristologica centrata sul personaggio di Manolios, un pastore destinato a impersonare il Cristo nella futura rappresentazione della Passione: il topos narrativo è dunque quello dell'identificarsi tra realtà e finzione, con i borghesi cittadini che (istigati dal pope) uccideranno Manolios. La struttura scenica, appariscente e accattivante, assume una funzione simbolica più consistente solo alla fine (Manolios risorto è accompagnato su per le scale, oltre la 'città degl'uomini', da angioletti), che è anche uno dei luoghi più articolati di una partitura esteticamente eclettica, ma in questo caso monocromatica tra una modalità popolareggiante e una tonalità fra lo ieratico e il l'ultra-lirico (quasi tutti accordi di tonica, sui quali si appoggia variamente il declamato dei personaggi). La realizzazione cerca tuttavia di valorizzare tali specifiche qualità: interpreti vocalmente assai preparati (meno quando è richiesto loro di usare la parola recitata), orchestra - ben guidata da Ascher Fisch - con un suono morbido e scolpito, forse bisognoso di qualche ulteriore sfumatura coloristica, cori (comprese le ottime voci bianche) di buona solidità. Molto positiva la risposta del pubblico, plaudente e soprattutto abbastanza numeroso data la singolarità della proposta.

Note: Opera in 4 atti dal romanzo "Cristo di nuovo in croce" di Nikos Kazantzakis Musica e libretto di Bohuslav Martinů Nuovo allestimento Prima rappresentazione in Italia nella prima versione

Interpreti: The People of Lycovrisi: the Elders Priest Grigoris: Mark S. Doss, Philippe Joll Archon: Markus Hollop The Captain: Jeremy Milner Schoolmaster: Bruno Lazzaretti Father Ladas / Commentator: Elias Schilton The People of Lycovrisi: other Villagers Kostandis: Nicolò Ceriani Dimitri: Giovanni Lo Re, Gianfranco Giordano Manolios: Sergey Nayda Yannakos: Yan Vacik, Alexander Krawetz Michelis: Martin Šrejma Panait: Cristiano Olivieri Andonis: Alberto Profeta Nikolio: Marco Frusoni Lenio: Beatriz Diaz Widow Katerina: Judith Howarth, Irini Karaianni The Refugees: Priest Fotis: Luiz-Ottavio Faria, Ramaz Chikviladze Despinio: Veronica Lima An old woman: Pinuccia Passarello The Captain: Jeremy Milner

Regia: Damiano Michieletto

Scene: Paolo Fantin

Costumi: Silvia Aymonino

Orchestra: Orchestra del Teatro Massimo di Palermo

Direttore: Asher Fisch

Coro: Coro e Coro di voci bianche del Teatro Massimo

Maestro Coro: Andrea Faidutti; Maestro del Coro di voci bianche: Salvatore Punturo

Luci: Alessandro Carletti

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