Un ballo privo di tensione

Allo spettacolo inaugurale del Priamar applausi ma anche perplessità

Recensione
classica
Opera Giocosa
Giuseppe Verdi
21 Giugno 2013
“Un ballo in maschera”, il titolo con il quale il 21 giugno l'Opera Giocosa ha avviato la propria stagione estiva al Priamar, è opera fra le più controverse e complesse del repertorio verdiano. Non solo perché distribuisce fra più personaggi il “peso” musicale, ma anche perché gioca su contrastanti situazioni emozionali e narrative: la passionalità amorosa, l’intrigo politico, il fantastico, l’ironia. Tutto ciò richiede una lettura duttile che sappia conciliare i diversi elementi e convogliarli in una interpretazione omogenea e coordinata. Stefano Romani, sul podio dell’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta e del Coro Lirico Veneto ha fornito una esecuzione corretta, ma priva di scatti, di tensione, di adeguata corrispondenza fra strumentale e voci. Voci non tutte all’altezza dei ruoli. Anna Pirozzi è stata una convincente Amelia, abile nel rendere la complessità di una figura combattuta fra opposti sentimenti. Potente ed elegante il Renato di Igor Golovatenko, applaudito in “Eri tu” nel terzo atto. Il Riccardo del tenore Giorgio Caruso ha suscitato invece perplessità: generoso negli acuti, ma da maturare nel registro medio e soprattutto da affinare sul piano del fraseggio. Alquanto in difficoltà nell’acustica all’aperto sono parse Giovanna Lanza (Ulrica) e Paola Cigna (Oscar). L’allestimento era una produzione del Sociale di Rovigo con l’Opera Giocosa e il Bergamo Musica Festival. Ivan Stefanutti (regia, scene e costumi) ha avuto buone intuizioni creando sul fondale proiezioni che suggerivano le atmosfere della scena; l’azione, però, non è parsa fluida e le scelte dei costumi (di segno assai diverso) hanno disorientato. Prima dello spettacolo, interessante conversazione di Sergio Cofferati su “Intrighi politici e amorosi di Verdi”.

Interpreti: Giorgio Caruso (Riccardo), Igor Golovatenko (Renato), Anna Pirozzi (Amelia), Giovanna Lanza (Ulrica), Paola Cigna (Oscar), Maurizio Leoni (Silvano), Enrico Rinaldo (Samuel).

Regia: Ivan Stefanutti

Scene: Ivan Stefanutti

Costumi: Ivan Stefanutti

Orchestra: Orchestra Regionale Filarmonia Veneta

Direttore: Stefano Romani

Coro: Coro Lirico Veneto

Maestro Coro: Giorgio Mazzuccato

Luci: Claudio Schmid

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

I poco noti mottetti e i semisconosciuti versetti diretti da Flavio Colusso a Sant’Apollinare, dove Carissimi fu maestro di cappella per quasi mezzo secolo

classica

Arte concert propone l’opera Melancholia di Mikael Karlsson tratta dal film omonimo di Lars von Trier presentata con successo a Stoccolma nello scorso autunno

classica

Piace l’allestimento di McVicar, ottimo il mezzosoprano Lea Desandre