Troppi colori per Faust

Madrid: la regia di Ollè inaugura la stagione del Teatro Real

Faust
Faust
Recensione
classica
Teatro Real Madrid
Faust
19 Settembre 2018 - 07 Ottobre 2018

E’ spettato ad un Faust di Gounod, firmato da Alex Ollé - alias Fura del Bus - con l’energica direzione musicale di Dan Ettinger, l’apertura della stagione 2018/19 al Teatro Real di Madrid: apertura con regia ‘innovativa’ quindi, con tutte le aspettative che un allestimento targato Fura, può generare. La conduzione di Ollé si articola fin dall’inizio, anche durante l’intimistica  ouverture, per una sovrabbondanza ed un sovraccarico di movimenti scenici, spesso assolutamente non necessari che, in determinati momenti, sono smaccatamente divergenti con l’andamento della musica o con l’azione drammatica. Si sprecano clichés un po’ logori, come un Mefistofele rockettaro, un diffuso clima orgiastico popolato da bambole dai seni enormi e da Barbie vestite da infermiere. E’ sicuramente una macchina teatrale ben rodata, anche ricca di elementi seducenti - molto intense la scena della chiesa e quella finale - ma quest’ansia di caricare il tutto di siparietti, di elementi simbolici fa sì che il climax della scena infernale, di grande impatto coloristico, scenografico e di movimento, non abbia l’efficacia dirompente che potrebbe avere. La conduzione del direttore israeliano si caratterizza, fin dall’ouverture, per un gesto robusto estremamente deciso, attento al canto, di notevole efficacia concertante, con momenti in cui tuttavia le sonorità sono esageratamente corpose, a scapito di un intimismo che è una cifra abbastanza importante, per una lettura che sia più ad ampio spettro e più duttile, di questo lavoro di Gounod. Nel cast Ismael Jordi è stato un Faust impeccabile e sicuro: voce robusta, a volte eccessivamente aperta, che forse mancava di inflessioni più raccolte e delicate; Irina Longu ha interpretato il ruolo di Marguerite con grazia e delicatezza, la vocalità un po’ debole inizialmente si è venuta rinforzando, concludendo con momenti di rara efficacia; ha sicuramente brillato un istrionico Erwin Schrott, nel ruolo di Mefistofele, vocalmente agile nelle tessiture, applaudissimo dal pubblico.

 

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