Tre favole musicali tra teatro e tv

Serata inusuale all'insegna della favola, sostenuta dall'inventivo allestimento di Michal Znaniecki

Recensione
classica
Teatro Comunale Bologna
Manuel de Falla
27 Febbraio 2005
In un accostamento originale, il Teatro Comunale bolognese propone tre titoli del primo Novecento legati al mondo favolistico. Ritardato di un giorno il debutto causa sciopero, la protesta contro il futuro sempre più buio che si prospetta per le fondazioni lirico-sinfoniche continua simbolicamente nelle repliche, con coristi e orchestrali in borghese e cambi di scena fra gli atti a sipario aperto. Situazione anomala, che ben si sposa però con la dimensione metateatrale del "Teatrino di Mastro Pedro" di Falla (1923), potenziata dall'intelligente e fantasiosa regia e scenografia di Michal Znaniecki in uno spettacolo a tutto campo, coinvolgente palcoscenico e platea, con i burattini previsti dagli autori umanizzati attraverso mimi pur sempre appesi a fili. Il gioco del teatro nel teatro veniva poi ripetuto nell'allestimento della "Bella dormente nel bosco" di Respighi (1922), testo nato anch'esso per uno spettacolo di marionette (quelle del mitico Vittorio Podrecca). Avviata qui come se si trattasse di un'opera radiofonica eseguita all'EIAR in diretta davanti ai microfoni, si trasformava mano a mano in una sorta di spettacolo televisivo, con la materializzazione dei personaggi evocati entro uno schermo. Grande ironia e invenzione registica, dunque, a sostenere un testo drammaturgicamente non esaltante (e qui abbreviato in più punti) ma non disprezzabile sul piano musicale, ben valorizzato dalla direzione di Aldo Sisillo. Ottimo il cast vocale per Falla (svettante il Turcimanno di Vicenç Esteve Madrid), più discontinuo quello respighiano (specie sul fronte femminile), con un Alessandro Safina inferiore alla fama (il Principe che sveglia la bella) e un'inossidabile Josella Ligi regina del palcoscenico (la strega cattiva). Ai due titoli suddetti, ereditati da una recente produzione del Teatro Rossini di Lugo, si aggiungeva la novità di un "Pierino e il lupo" eccezionalmente eseguito in forma scenica, reinventato dall'estro di un Lucio Dalla in veste di narratore (sulla base della versione italiana di Lorenzo Arruga) e regista (scene e costumi di Italo Grassi). La metateatralità diveniva qui multimedialità, attraverso schermi e brevi filmati, portando all'estremo il gioco televisivo con l'apparizione di Francesco Giorgino venuto a leggere un'edizione straordinaria del Tg sulla fuga del lupo dallo zoo cittadino. Ospite d'onore, un figlio dell'autore, Svjatoslav Prokof'ev, che in un'intervista pubblica improvvisata in mezzo alla platea ha rievocato la prima esecuzione (1935) di tale piccolo capolavoro. Successo della serata in crescendo.

Interpreti: Massimiliano Gagliardo, Massimiliano Tonsini, Alessandro Safina, Ermonela Jaho, Josella Ligi, Lucio Dalla

Regia: Michal Znaniecki, Lucio Dalla

Orchestra: Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna

Direttore: Aldo Sisillo

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