Successo per Così fan tutte

Il Teatro Comunale di Bologna conclude egregiamente la trilogia di Mozart-Da Ponte.

Così fan tutte (Foto Andrea Ranzi)
Così fan tutte (Foto Andrea Ranzi)
Recensione
classica
Bologna, Comunale Nouveau
Così fan tutte
25 Maggio 2025 - 01 Giugno 2025

Dopo le notevoli Nozze di Figaro e il buon Don Giovanni andati in scena nel corso delle ultime due stagioni del teatro felsineo, Alessandro Talevi in veste di regista e Martijn Dendlevel nel ruolo di direttore concludono la trilogia italiana di Mozart e Da Ponte con un magnifico Così fan tutte

L’opera, rappresentata per la prima volta a Vienna nel 1790 e sintomatica dei cambiamenti culturali e sociali prodotti dalla Rivoluzione Francese, è un mosaico narrativo e musicale di simmetriche maschere, travestimenti, ribaltamenti e corrispondenze. La vicenda, che è poi la storia di un eroticamente ambiguo scambio di amanti, viene messa in scena da Talevi in modo semplice, ma efficace. L’ambientazione è quella dei lisergici e tumultuosi anni Sessanta del Novecento, qui rievocati dagli ottimi costumi buffamente stereotipici e carnevaleschi di Stefania Scaraggi, e dalle sintetiche scenografie dello stesso Talevi che, con un interessante gusto metafisico, proiettano le azioni e le emozioni su un piano mentale ricco di ironica sospensione. Una regia davvero buona, il cui limite forse si rintraccia nell’eccessivo didascalismo di alcuni simboli mitologici (la fenice, il basilisco, la barca di Caronte), ma che dimostra sempre una profonda attenzione al valore metaforico e comico del libretto e della musica.

Il fronte musicale è altrettanto felice. A colpire è innanzitutto la strabiliante direzione di Dendlevel: ogni gesto, sobrio ed esperto, fa emergere il grande lavoro e studio che è stato fatto sulla straordinaria partitura mozartiana. Il direttore belga crea un impasto orchestrale in cui ogni sezione esibisce un colore e un umore precisi, in un raffinato dialogo tra le parti che restituisce brillantemente tutte le corrispondenze e le simmetrie interne alla musica. La gestione dei ritmi, ordinata e sempre al servizio del palcoscenico, esalta la complessità emotiva della composizione. L’Orchestra del Comunale segue accuratamente le indicazioni di Dendlevel, restituendo un suono dolce, morbido e ben regolato nelle dinamiche. Il coro, ottimamente preparato da Gea Garatti Ansini, si dimostra all’altezza.

Il cast vocale, di cui si loda l’ottima recitazione complessiva, è guidato da una sublime Mariangela Sicilia, che interpreta con raffinata ironia il tormento amoroso di Fiordiligi. Il soprano si destreggia agevolmente nell’impervia scrittura vocale del ruolo (che passa spesso dal registro grave a quello acuto nell’arco di poche note) esibendo una tecnica sopraffina. Il candore dei filati, le mirabolanti messe di voce e gli acuti galvanizzanti le assicurano meritatamente il successo. Francesca Di Sauro conquista per l’adeguata lascivia e impertinenza con cui dà forma al personaggio di Dorabella e per il bello strumento dal timbro caldo, dall’emissione ampia e sicura e dalla notevole intonazione. Marco Ciapone dipinge con una voce limpida e adeguata al ruolo, un Ferrando sufficientemente amoroso e buffo. Vito Priante, dal timbro rotondo e gagliardo, impone un Guglielmo risoluto e audace. Giulia Mazzola propone una divertente Despina a dir poco propulsiva, che trionfa anche grazie alla padronanza del registro centrale e agli acuti svettanti. Nahuel Di Pierro interpreta con convinzione vocale e ragguardevole presenza scenica Don Alfonso, vero burattinaio di tutta la vicenda, qui rappresentato come un santone hippie che inizia le due coppie di amanti ai misteri dello scambismo, quasi il ribaltamento comico del più serio e mistico Sarastro di quel Flauto magico di là da venire. Nota a margine per l’ottima dizione sfoggiata da tutto il cast, segno dell’eccellente lavoro svolto dal direttore insieme ai cantanti su ogni parola del sofisticato libretto di Lorenzo Da Ponte.

La sera della Prima si conclude con un vivo e sentito successo tributato equamente a tutti gli artisti coinvolti, sia sul fronte musicale, sia su quello visivo.

 

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Splendida prova del tenore Benjamin Bernheim

classica

Osimo: il progetto Opera fai da te

classica

La splendida musica di quattro compositori legati a Napoli in quattro modi diversi