Rossini al circo

A Jesi un omaggio a Rossini

Gran Circo Rossini
Gran Circo Rossini
Recensione
classica
Teatro “G.B. Pergolesi”, Jesi
Gran Circo Rossini,
11 Dicembre 2018 - 16 Dicembre 2018

La stagione lirica del Teatro “Pergolesi” di Jesi termina con uno spettacolo originale e giocoso, un omaggio a Rossini che coniuga l’arte circense con l’opera. CircOpera appunto, come definisce questo particolare connubio il suo inventore Giacomo Costantini, autore e regista di Gran Circo Rossini.  Con le musiche di Matteo Salvo e Giuseppe Pitarresi da quelle del grande pesarese, lo spettacolo è una nuova produzione della Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con El Grito-Circo contemporaneo all’antica.   In scena quattordici cantanti, selezionati nell’ambito del corso di formazione professionale per cantante lirico solista del Progetto Sipario Bis Bis organizzato dalla Fondazione e finanziato dalla Regione Marche. Provenienti da un analogo corso di formazione per professori d’orchestra i musicisti dell’ensemble orchestrale, diretto da Angelo Michele Errico, e i sarti che hanno realizzato i costumi disegnati da Beatrice Giannini. La trama dello spettacolo prende vita dal testamento che Rossini redasse nel 1858, in cui lasciava  al suo cameriere personale Antonio Scanavini, interpretato dal danzatore   Giorgio Rossi,  un vitalizio mensile e tutto il suo vecchio vestiario. Scanavini preso dall’euforia decide di utilizzare l’importante rendita allestendo uno spettacolo con i costumi di tutte le opere di Rossini, da cui l’avvicendarsi dei numeri circensi: un acrobata  e le sue evoluzioni sul palo cinese; un pericoloso numero di tiro al bersaglio con la balestra e fantasiose acrobazie sulla bicicletta. Ma l’entusiasmo di Scanavini dovrà spegnersi perché due anni dopo si vedrà ingiustamente incolpato dal maestro della scomparsa del manoscritto autografo dell’Otellcon conseguente annullamento delle disposizioni testamentarie a suo favore. Il sogno di allestire il Gran Circo Rossini si infrange, gli abiti dovranno essere riconsegnati al proprietario, e Scanavini si indebita. Ma il ritrovamento del manoscritto e l’intercessione della signora Rossini, Olympe, scagioneranno il cameriere che potrà riavere la sua eredità e riallestire il circo. Il 13 novembre 1868,  dieci anni dopo la stesura del testamento, Rossini muore: Olympe su un letto volante mostra il cammino all’anima dell’amato Gioachino, mentre Rossini torna a rivivere nel circo. Gran Circo Rossini ha divertito e stupito, come ogni spettacolo di arte circense deve fare, un pubblico foltissimo di grandi e piccini, dando un taglio unico e un po’surreale alla figura del compositore, interpretato con bella voce baritonale da Andrea Tabili; vero protagonista è stato il non più giovanissimo Giorgio Rossi, espressivo nella mimica, spigliato e divertente, avvolto nella lunga pelliccia regalatagli dal maestro. La scenografia di Benito Leonori, anch’essa originale ed evocativa, utilizzava decine di abiti di recupero. Prevista una  replica dello spettacolo al Teatro Gentile di Fabriano domenica 30 dicembre ore 16 nell’ambito del progetto “Marche inVita. Lo spettacolo dal vivo per la rinascita dal sisma” con il sostegno di Mibact Direzione Generale dello Spettacolo dal vivo e Regione Marche.

 

 

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Piace l’allestimento di McVicar, ottimo il mezzosoprano Lea Desandre

classica

A Bologna l’opera di Verdi in un nuovo allestimento di Jacopo Gassman, al debutto nella regia lirica, con la direzione di Daniel Oren

classica

Napoli: il tenore da Cavalli a Provenzale