Questo Sarti non si conosce (purtroppo…)

Un progetto a Berlino su Tra i due litiganti, il terzo gode

Recensione
classica
Theater der UdK Berlin
Giuseppe Sarti
03 Luglio 2015
Il titolo più famoso di Giuseppe Sarti, Tra i due litiganti, il terzo gode, è tale grazie alla citazione di cui Mozart lo gratifica nella musica in scena dell’ultima cena di Don Giovanni. Cosa ci sia dietro quel tema, non però è semplice conoscerlo, e perciò suona assai meritorio il complesso progetto che la Universität der Künste di Berlino ha costruito intorno al titolo: un' approfondita ricerca musicologica d’équipe, che ha portato a un’edizione critica del lavoro (di cui sono attestate decine di riprese in tutta Europa e perciò un numero elevato di fonti), e quindi un allestimento scenico realizzato dalle strutture-Studio dell’Università (e di altri soggetti didattici berlinesi) con gli allievi dopo un lungo training. I risultati vanno lodati anzitutto per la serietà e il valore conoscitivo del progetto, che ha svelato musica elegante, più interessante forse nei concertati che nelle arie, e soprattutto attinenze drammaturgico- e tematico-musicali che puntano assai più decisamente verso Nozze di Figaro; la situazione drammatica della Contessa in conflitto col Conte per un’assegnazione matrimoniale di una graziosa donna della servitù, verso la quale ella teme che il consorte nutra precisi interessi, basta da sola (ma non è la sola) a suggerirle. I giovani cantanti del cast ascoltato (il secondo) devono naturalmente ancora crescere – chi più chi meno – nel loro percorso musicale, ma intanto son stati bravi ad assecondare la convincente regia di Frank Hilbrich: gli spazi separati e separabili del palazzo, come metafora della falsa e ormai moribonda tenuta dell’ancien règime. Anche i giovani dell’Orchestra - soprattutto una morbida sezione archi - hanno ben figurati, guidati da Errico Fresis. Molti e convinti applausi per tutti dal pubblico del gremito Teatro dell’Universität der Künste.

Note: prima esecuzione in una nuova edizione critica curata dalla Frank Hilbrich Universität der Künste di Berlino

Interpreti: Il conte Belfiore: André Baleiro (2-4 luglio) / SungJin Lee (3-5 luglio) La contessa: Natalia Perelló (2-4 luglio) / JaeEun Park (3-5 luglio) Dorina: Corinna Scheurle (2- 4 luglio) / JeeEun Kim (3-5 luglio) Masotto: Pascal Herington (2-4 luglio) / Ya-Chung Huang (3-5 luglio) Titta: GyungSeok Han (2-4 luglio) / Jonas Böhm (3-5 luglio) Mingone: Manuel Gómez Ruiz (2-4 luglio) / Yan Xie (3-5 luglio) Livietta: Polly Ott (2-4 luglio) / Dorothea Gerber (3-5 luglio)

Regia: Frank Hilbrich

Scene: Tom Mairs

Costumi: Leonie Falke e Marie Katharina Fischer

Orchestra: Orchestra Sinfonica della Universität der Künste di Berlino

Direttore: Errico Fresis

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione

classica

Al Theater Basel L’incoronazione di Poppea di Monteverdi e il Requiem di Mozart in versione scenica