Quando il corpo danza e suona
A Parigi l'International Body Music Festival, all'ottava edizione
Si è conclusa mercoledì 26 ottobre l’ottava edizione dell’International Body Music Festival, (IBMF) ospitata a Parigi dalla Maison des Metallos e organizzata da Leela Petronio con la collaborazione dei numerosi gruppi con cui collabora, primo fra tutti Hip Tap Project.
Impossibile dar conto adeguatamente della ricchezza artistica, tecnica e umana dei dieci giorni di questa pacifica invasione dell’arcipelago body music nella métropole: oltre 50 i laboratori e le masterclass, due ateliers découverte “introduttivi”, tre percorsi formativi con rappresentazioni finali che coinvolgevano i partecipanti condotti da Fernando Barba (“Barbapapa’s Groove”), Antwan Davis (Steppin), e Deniz Fisek (Sound Painting), uno spazio “Ninne nanne” per genitori e bambini curato dai KeKeça, una decina di spettacoli con palcoscenici che vanno da Péniche Antipode a Le Cirque Electrique.
All’interno della fitta rete di proposte che tessono relazioni fra Johannesburg, Istanbul, Oakland, Quebec, Bogotà, Lima, Santiago del Cile, Sao Paulo, Genova (Federica Loredan) e numerose città europee, la serata del 20 ottobre ha messo in evidenza la creatività della “French Connexion” con tre spettacoli a firma Cie E.V.E.R. (Lione), Humanophones (Tolosa) e Hip Tap Project (Parigi), in cui i corpi musicali sono attraversati sia dall’estetica della riscoperta di musica danzante, sia dalle inquietudini e involontarie ironie dei contesti quotidiani, dai trasporti alla (in) comunicabilità degli spazi pubblici.
Laboratori e jam sono stati anche l’occasione per riscoprire due chiari affluenti del flusso perennemente in evoluzione della body music: la traiettoria Stomp, con spettacoli e masterclass che hanno condiviso il groove di alcuni protagonisti, da Nicholas Young a Peter Nielsen; e la versatilità della tap dance, all’IBMF in versione soprattutto femminile con maestre come Sarah e Leela Petronio, Tasha Lawson, Carson Murphy.
Cuore dell’IBMF è stato lo spettacolo Body Music: see music, hear dance, un ottetto con alcuni dei migliori interpreti di questo genere: Thanos Daskalopolous (Atene) direttore di TapMotif, i suoi colleghi nel progetto Cambuyón Raul Cabrera e Jep Meléndez (Canarie), Leela Petronio, Bryan Dyer (Oakland) voce di SoVoSo, e il consolidato sodalizio familiare e artistico fra Evie Ladin (Oakland) direttrice di MoToR/dance e Keith Terry (Oakland) il pioniere dell’IBMF e direttore artistico di Crosspulse.
Body Music: see music, hear dance ha avuto cinque repliche alla Maison des Metallos ed è stata l’occasione per vedere all’opera Terry, Ladin e compagni di improvvisazione quali Meléndez, Barba, Davis, Tupac Mantilla, Gokce Gurcay, Vuyani Feni, Charles Razl, in grado di coinvolgere centinaia di partecipanti in improvvisazioni vocali e di percussione corporea in lunghe sessioni collettive a quattro voci, spesso sfociate in ulteriori rivoli di jam in piccoli gruppi, quelle che negli anni hanno innescato nuovi progetti e collaborazioni internazionali, dal lavoro sui gumboot con Vuyani Feni e Sylvia Mograbi al quartetto femminile Octupus (fra Finlandia, Germania e Austria), alla connessione svizzera-brasiliana Razl-Wyss su Canto en la rama, uno dei brani su cui i partecipanti hanno spesso continuato ad improvvisare in piazza, una volta terminati gli spettacoli.
Per il pubblico italiano la possibilità di partecipare ad un laboratorio e/o di ascoltare dal vivo Keith Terry è offerta in questi giorni a Roma da Il corpo nel suono, con un calendario fitto di didattica e spettacoli fra 29 ottobre e 1° novembre in Largo Arrigo VII, 5 e la performance di Terry in programma domenica 30 ottobre alle 11.45.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Nonostante il mal di denti, Vieux Farka Touré ha sparso desert-blues elettrico a piene mani al Jumeaux Jazz Club di Losanna
Corde da Marocco e Iran per gli ultimi appuntamenti dell’edizione 2023
Dal mito all’elettronica, al Percussions Festival di Losanna il ritmo ha il volto nascosto