Prospettive Pollini: la musica del Novecento nello sguardo

I cinque concerti del ciclo articolati intorno all'idea di avanguardia tra Otto e Novecento hanno registrato una notevole partecipazione e successo di pubblico

Recensione
classica
Accademia Nazionale di Santa Cecilia Roma
29 Gennaio 2008
Cosa ricorderemo del ciclo Prospettive Pollini? Sicuramente la concentrazione del pianista che raggiunge il magnetismo nella Seconda Sonata di Boulez e le conclusive ovazioni da stadio di 2700 spettatori; il doppio Stockhausen, quello di Pollini –"Klavierstucke VII e VIII– teso, nervoso ed emotivo, e quello del Klangforum Wien –"Kreuzspiel", "Zeitmasse" e "Kontra-Punkte"– perfetto e anodino; la commozione per "Sofferte onde serene" di Luigi Nono; l'incontro tra Pappano e Pollini probabilmente felice da un punto di vista umano, ma musicalmente non scontato: nel Concerto n. 1 di Brahms le visioni sembrano piuttosto lontane, nel n. 2 appena diverse. Di livello l'intervento della compagine ceciliana, ma leggermente al di sotto delle aspettative nel dominare "Notations" di Boulez e "Aura" di Maderna, brano in cui Pappano, non sempre a suo agio, mostra però un fine interplay con l'orchestra guidandola in una meravigliosa improvvisazione finale prevista in partitura. E rammenteremo anche il Presidente Giorgio Napolitano, che interrompendo le consultazioni dopo la caduta del governo arriva al concerto conclusivo. Pollini ha dimostrato la sua statura di interprete con Brahms, Chopin, Debussy e Schumann, ma più interesse per Webern e Schönberg ed entusiasmo per i compositori del secondo Novecento, catturando per loro un'attenzione degli spettatori tutt'altro che scontata. Emerge una "Prospettiva" sulla musica del Novecento, che in senso non dogmatico si coagula intorno alla parola "avanguardia": è un'estetica non nuova, già criticata e ritenuta superata. La sorprendente risposta del pubblico indicherebbe come ancora oggi sia una visione con poche alternative oltre il generico eclettismo, e in grado di far viaggiare questa musica sulle spalle dei suoi interpreti fedeli.

Interpreti: Maurizio Pollini pianoforte (in tutti i concerti eccetto dove indicato), Orchestra di Santa Cecilia (concerti I e V), Antonio Pappano direttore (concerti I e V), Barbara Hannigan soprano (concerto II), Sara Ercoli voce recitante (concerto II), Margot Nies voce recitante(concerto II), Terence Roe voce recitante(concerto II), Alain Damiens clarinetto(concerto II), Schlagquartett Köln percussioni (concerto II), SWR-Experimentalstudio Freiburg elettronica(concerto II), André Richard e Reinhold Braig regia del suono(concerto II), Marino Formenti direttore (concerto II), Klangforum Wien ensemble(concerto III), Peter Etövös direttore (concerto III).

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