Pastorale raffinata

La "prima" mondiale della nuova opera in quattro atti di Gérard Pesson allo Châtelet

Recensione
classica
Théâtre du Châtelet
Gérard Pesson
18 Giugno 2009
La "prima" mondiale della nuova opera in quattro atti di Gérard Pesson allo Châtelet era un evento atteso. Il merito va certo attribuito ad uno dei compositori francesi più raffinati e rispettati. Classe 1958, Pesson gioca con i modelli (Ravel) e con le tradizioni (anche quelle insolite: il rap) tanto musicali quanto letterarie (dall'Arcadia classica ai madrigali pastorali cinquecenteschi). "Pastorale" è una partitura raffinata in cui ognuno può fermarsi allo strato che vuole, lasciandosi o meno irretire dai riferimenti e dalle allusioni. Il regista Pierrick Sorrin aveva scoperto il mondo dell'opera con "La pietra del paragone" diretta da Jean-Cristophe Spinosi. Per questa seconda volta, torna a dividere la scena tra tre livelli interattivi: i bozzetti, i cantanti e il maxi-schermo sullo sfondo. Il risultato finale sullo schermo non è in fondo più veritiero di ognuna delle tre dimensioni prese separatamente: tutto è comunque burla. L'idea funzionava in Rossini e si presta bene pure a Pesson. Tale triplice esposizione della finzione esalta il talento di attori dei cantanti. Che devono saper recitare con tanta credibilità quanto devono cantare. E nel cast brillano i due interpreti principali, quello di Judith Gauthier (Astrée) e quello di Olivier Dumait (Céladon). Due ruoli difficili, anche per la lunga esposizioni su scena. Il coreografo Kaem Ouali, tra i più noti e mediatizzati perché ha legato il suo nome alla versione francese del "Grande fratello", ha saputo restare discreto senza mai strafare. In fossa, l'Orchestra sinfonica della Regione Centre è stata diretta da Jean-Yves Ossonce. Purtroppo, molte le sedie vuote e molti gli spettatori che hanno lasciato lo spettacolo in alcuni casi senza neppur attendere l'intervallo.

Interpreti: Astrée Judith Gauthier Céladon et Alexis Olivier Dumait Listandre Ivan Geissler Adamas Marc Labonnette Silvandre Pierre Doyen Florice et Sylvie Marie-Ève Munger Phillis Hoda Sanz Diane Raphaelle Dess Une bergère Melody Louledjian Une bergère et Léonide Amaya Dominguez Une bergère et Galathée Sophie Leleu Hylas Jean-Gabriel Saint-Martin Lycidas Thomas Huertas

Regia: Pierrick Sorin

Coreografo: Kamel Ouali

Orchestra: Orchestre symphonique Région Centre-Tours Choeur du Châtelet

Direttore: Jean-Yves Ossonce

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo