Pappano incanta Stresa
Ampio successo per la London Symphony che ha chiuso il 64° Stresa Festival
14 settembre 2025 • 2 minuti di lettura

Stresa, Stresa Festival Hall
London Symphony Orchestra, Antonio Pappano, Mario Brunello
06/09/2025 - 06/09/2025Seguire l’appuntamento conclusivo dello Stresa Festival 2025 è stato come assiste a una sorta di gioco di prestigio dove l’incanto veniva generato non da un abile illusionista ma da un lucido, concreto e ispirato interprete delle cose musicali qual è Antonio Pappano.
Alla guida della London Symphony Orchestra, di cui da circa un anno è direttore principale, Pappano ha disegnato un programma pensato per questa occasione – come, peraltro, ha fatto per le diverse tappe della tournee italiana della LSO che ha visitato diversi luoghi del nostro Paese negli ultimi mesi – partendo dalla materia musicale densa e brillantemente originale che compone la Sinfonia n. 9 in Mi bemolle maggiore op. 70 di Dmitrij Šostakovič, pagina scritta nel 1945 ed eseguita per la prima volta a Leningrado nel novembre dello stesso anno.

Il passo interpretativo restituito da Pappano ha condotto una compagine orchestrale estremamente coesa in una lettura al tempo stesso asciutta e variegata, capace di attraversare le diverse prospettive espressive custodite nei cinque movimenti che compongono la sinfonia del maestro russo con una vitalità coinvolgente. Un carattere che ha messo in significativa evidenza ora i momenti animati da quell’umorismo tra il giocoso e il sarcastico che emerge a tratti nei passaggi più dinamici, ora le oasi di maggiore drammaticità scaturite da momenti come quelli rappresentati dall’intenso Largo che prelude al passo veloce e irrequieto dell’Allegretto finale.

La prima parte della serata è poi proseguita rivolgendo uno sguardo al pieno romanticismo ottocentesco, rievocato dal Concerto per violoncello e orchestra in la minore op. 129 di Robert Schumann, qui riletto attraverso la lente affilata ed essenziale dell’orchestrazione realizzata dallo stesso Šostakovič su sollecitazione di Mstislav “Slava” Rostropovich. Il carattere di più ampia e variegata brillantezza timbrica conferita a questa pagina dalla riscrittura šostakovičiana ha trovato nella compagine londinese una rispondenza estremamente efficace, avvalorata dall’intenso tratteggio solistico offerto da Mario Brunello, direttore artistico del festival di Stresa presente al fianco di Pappano per questa pregnante interpretazione schumanniana. Lo stesso Brunello è stato poi protagonista prima dell’intervallo di un fuori programma nel quale il suo violoncello ha restituito una toccante reinterpretazione di una melodia popolare armena quale ideale appello alla pace tra i popoli.

Un appello rilanciato dallo steso Pappano a fine serata, proponendo una altro fuori programma rappresentato da “Nimrod”, la nona delle Enigma Variations di Edward Elgar, brano tratteggiato con una delicatezza di accenti dal segno denso e profondo, offerto in chiusura di serata sulla scia degli applausi rivolti dal folto pubblico presente al direttore e alla sua compagine orchestrale alla fine di un’esecuzione della Quinta sinfonia di Beethoven segnata da una rapinosa precisione esecutiva e illuminata da una densa essenzialità interpretativa scevra da ogni retorica.
