Otello di ombra e (soprattutto) di luci

La prima volta di Gergiev all'Opéra in un Otello niente affatto scontato, malgrado la regia sia ripresa da una vecchia produzione firmata Andrei Serban.

Recensione
classica
Opéra National de Paris Parigi
Giuseppe Verdi
17 Febbraio 2005
Ancora non vi aveva mai messo i piedi. Strano, ma vero. Valery Gergiev, che ha Parigi si era già prodotto allo Châtelet, non aveva avuto, fino ad ora, occasione di salire sul podio del primo teatro parigino, l'Opéra national. È successo, finalmente, ieri sera per la "prima" di Otello. E la serata resterà memorabile proprio per la presenza del direttore russo, lanciato dai successi, nazionali prima e internazionali poi, del Teatro Mariinski di cui è lo "zar" assoluto dal 1986. Con Gergiev, l'Otello ha ripreso vita e colore. In fondo, potrebbe apparire strana la scelta di Gérard Mortier, direttore dell'Opéra di Parigi, di ripescare una vecchia produzione, firmata dal regista Andrei Serban, per la "prima volta" di Gergiev. Non avrebbe meritato di più? Ma, alla fine, propria una regia che di sorprendente ha ben poco e un cast globalmente di buon livello ma senza eccessi hanno finito per dare risalto alle vere étoiles della serata: l'orchestra e il suo direttore. Che hanno tanto più brillato in quanto attorniati da un certa opacità. Gergiev ha saputo domare una compagine, quella dell'Orchestre national, non sempre all'altezza della situazione. Ieri sera, il suono dell'orchestra era mai udito per precisione, finezza, volume. E il pubblico ha avuto finalmente l'opportunità di apprezzare il ruolo tutt'altro che trascurabile che l'orchestra ricopre nell'opera verdiana: un vero co-protagonista che compete e dialoga con le voci. Sotto la bacchetta di Gergiev, appariva ieri evidente quanto il Puccini di "Tosca" dovesse all'eredità verdiana. L'eroe negativo, lo Jago di Carlos Alvarez, ha trionfato: l'interprete domina il palcoscenico e convince per la prestanza attoriale e vocale. Anche Soile Isokoski è una Desdemona perfettamente convincente: il soprano finlandese è dotata di un timbro e di registro acuto quanto mai angelici. Purtroppo, non è stato all'altezza del resto della troupe Vladimir Galouzine nei panni dell'eroe eponimo: voce sgraziata con problemi di intonazione assai imbarazzanti. Per fortuna, l'orchestra ha diffuso luce a iosa sulle zone d'ombra di una produzione per nulla di routine, a dispetto delle apparenze.

Direttore: Valery Gergiev

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