Orphée riscritto: e il pubblico si accende

Pesante rielaborazione della partitura francese in funzione di una drammaturgia che si pone come una moderna riflessione sulla morte e l'oltretomba (un luogo dove le anime sono ibernate e non hanno più coscienza di sé). Spettacolo che non lascia indifferenti ma divide il pubblico, così come la prestazione insolita di Roberto Alagna, sentito quasi uno spreco d'energie nate per altro repertorio.

Recensione
classica
Teatro Comunale Bologna
Christoph Willibald Gluck
08 Gennaio 2008
Versione francese di "Orfeo" con la famiglia Alagna (tenore, scenografo e regista). O meglio: "Adattamento di David Alagna dalla versione Parigi 1774". Le riscritture di "Orfeo" ad oggi non si contano. Presa in quest'ottica, c'è poco da gridare allo scandalo. Certo, Alagna fa di tutto e di più: taglia sposta o ripete a piacere, inventa un finale tragico e un prologo pantomimico, adatta tonalità e trasforma il soprano (Amore) in baritono (la Guida di Orfeo). Un "pastiche". Si faceva molto diversamente nel Settecento? (Gluck stesso) Ma è necessario rifarlo oggi? (nel teatro di prosa operazioni simili sono quotidiane). Il tutto è per servire a una drammaturgia d'invenzione: il regista che vuole stravolgere ambientazione e trama (il giorno delle nozze Euridice muore in un incidente d'auto: tutto visualizzato nel Prologo con grande impatto emotivo, non foss'altro per il crudo realismo) prende anche la partitura per le corna. La maggior parte degli spettatori non se ne avvede; i pochi esperti gelano con quattro "buh" i timidi applausi dell'intervallo. Ma alla fine il pubblico apatico delle prime bolognesi si scalda e si divide: lo spettacolo - semplice, non astruso - cattura alcuni che ne apprezzano l'immediatezza, disgusta altri che lo dicono sciocco. Lo stesso accade per il protagonista, il divo Roberto Alagna che debutta in una parte estranea alla sua carriera, tutta riadattata a sé. Sentire una voce così "importante" declamare i recitativi gluckiani con dizione francese scolpita è un'esperienza; ma l'esito dell'aria celebre è imbarazzante (almeno a tempo!). Chi stra-applaude il divo, chi stra-fischia l'interprete: i primi hanno la meglio, ma il commento "Bravo Alfredo!" che denuncia un cantante fuori parte è il più icastico. Viva il teatro, quando torna a esser vivo!

Note: ATTENZIONE: mettere all'inizio il titolo dell'opera in francese!!! Christoph Willibald Gluck Orphée et Eurydice Adattamento di David Alagna dalla versione di Parigi del 1774 Roberto Alagna (Orfeo), Serena Gamberoni (Euridice), Marc Barrard (La Guida). Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna Direttore: Giampaolo Bisanti Maestro del Coro: Paolo Vero Regia: David Alagna Scene: David Alagna / Fédérico Alagna Costumi: Carla Teti Luci: Aldo Solbiati Nuovo allestimento del Teatro Comunale di Bologna in coproduzione con l'Opéra National di Montpellier 8, 11, 13, 15, 16 19 febbraio 2008

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