Napoli-Torino, una sfida in musica

Al FolkClub di Torino Napoli sabauda, Torino borbonica, con il trio Luca Morino, Cristina Vetrone e Lorella Monti

Al FolkClub di Torino Napoli sabauda, Torino borbonica, con il trio Luca Morino, Cristina Vetrone e Lorella Monti
Recensione
world
FolkClub, Torino
Napoli sabauda, Torino borbonica
11 Gennaio 2019

Il Folk Club di Torino è uno di quei posti – non ce ne sono molti – dove si mettono su collaborazioni più o meno estemporanee, nate da un’idea e cresciute fra scambi di mail, prove rubate e, talvolta, vere e proprie sfide. È il caso, quest’ultimo, dello spettacolo Napoli sabauda, Torino borbonica, con il trio Luca Morino, Cristina Vetrone e Lorella Monti

Il primo – in veste di padrone di casa – è fra quei musicisti che vent’anni fa, con i Mau Mau, ha riposizionato Torino e il dialetto piemontese sulle mappe della world music. Le secondo sono note (soprattutto) per essere due terzi delle Assurd, trio vocale e strumentale napoletano che della musica partenopea ha sempre portato in giro una versione originale, fresca e brillante. 

L’idea dietro lo spettacolo, nato appunto per gioco, è quella di uno “scontro” tra le due città e le diverse culture, con ampie zone di incontro e sovrapposizione (d’altra parte, si sa, Torino è la seconda più grande città del Sud Italia). Dunque spazio a brani dei Mau Mau che bene si prestano a raccontare il rapporto nord-sud, riarrangiati in acustico per il trio di voci-percussioni-organetto diatonico e chitarra: “Singh-Sent Ani”, che uscì nel 1992 in occasione del cinquecentenario della scoperta dell’America, o le più recenti “8000 km” e “Briganti”, che racconta la tragica storia della brigantessa Michelina Di Cesare (“Ma doveva scriverla un piemontese?, si chiedono giustamente le due napoletane). Sul fronte meridionale, Morino rende il favore prestandosi al repertorio delle due sodali: la “Serenata maledetta” che chiude il concerto, ma anche una bizzarra versione di “Tammurriata nera” con una strofa virata in piemontese… 

Ci si diverte molto, per la leggerezza del clima – quasi da house concert (facile al FolkClub) – oltre che per il repertorio. Un progetto nato in amicizia, che va rodandosi e che si spera possa continuare a crescere.

La stagione del FolkClub continua fino a maggio: prossimi appuntamenti con Rhiannon Giddens con Francesco Turrisi (18 gennaio), Patrizia Laquidara (25 gennaio), Steve Forbert (1 febbraio).

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

world

Nonostante il mal di denti, Vieux Farka Touré ha sparso desert-blues elettrico a piene mani al Jumeaux Jazz Club di Losanna

world

Corde da Marocco e Iran per gli ultimi appuntamenti dell’edizione 2023

world

Dal mito all’elettronica, al Percussions Festival di Losanna il ritmo ha il volto nascosto